A poche ore dall'impegno del Racing Club di Cannes contro l'Eczacibasi Istanbul nei playoff a 12 della Champions League di pallavolo femminile, abbiamo intervistato Alessandra Camarda, libero della squadra francese.
Ciao Alessandra, quando hai iniziato a giocare a pallavolo?
- Ho iniziato a giocare a pallavolo a otto anni, seguendo le orme di mio fratello e per il cartone Mila e Shiro! Prima facevo ginnastica artistica ma mi dissero che ero troppo alta per il ballo...cosi cambiai, ma quando cominciai con il volley, mi dissero che ero troppo bassa e mi misero a fare il libero, ruolo in cui l'altezza non conta -
Prima di arrivare a Cannes, in quale squadre hai giocato?
- Ho iniziato nel mio paese, Albano Sant'Alessandro, a pochi km da Bergamo. Quindi, dai dodici anni in poi, ho fatto tutta la trafila delle giovanili nella Foppapedretti Bergamo, fino ad arrivare a giocare nella prima squadra a diciannove anni -
Dal punto di vista sportivo, come valuti la tua esperienza nel Cannes?
Sono contentissima di essere in questo prestigioso club, gioco con delle grandi giocatrici che ho sempre visto in tv e stimato. Inoltre mi accorgo che qui sto crescendo molto, l'allenatore è veramente validissimo e tutto l'ambiente ti permette di esprimerti al meglio delle tue possibilità.
In campo nazionale avete vinto finora tutte le partite. L'obiettivo credo che sia, chiaramente, la vittoria del campionato. Anche in campo europeo vi siete fissate un obiettivo preciso?
- Gli obiettivi che ci siamo prefissati ad inizio anno sono chiaramente la vittoria del campionato, che ormai accade da tanti anni, e l'accesso alla Final Four di Champions League. Poi una volta in Final Four si sa che tutto può succedere....-
Anche se giochi già ad alti livelli, hai comunque un sogno nel cassetto per la tua carriera da pallavolista?
- Il mio sogno era di quello di arrivare a questi livelli e ora che ci sono riuscita spero di rimanerci il più lungo possibile. A Cannes mi trovo benissimo, quindi per ora posso dire che, se potessi scegliere, mi fermerei qui ancora a lungo. Per quanto riguarda i trofei, il sogno di ogni giocatrice credo sia quello di vincere la Champions. Io ne ho già vinta una con la Foppapedretti ed è stata un'emozione fortissima. Sarebbe bellissimo riprovarla! E chissà che questo non sia l'anno giusto -
Sei arrivata a Cannes in questa stagione. Come ti trovi in questa città? Hai già avuto tempo per visitare altre città della Costa Azzurra?
- Adoro questa città, è una delle più belle che io abbia mia visto. C'è tutto ciò di cui una persona potrebbe aver bisogno: il clima caldo, il mare, le spiagge, ed inoltre trovo che sia una città a misura d'uomo. Riesco a fare qualsiasi cosa e ad andare in diversi posti in poco tempo. La gente poi è molto calorosa: in Italia spesso non si parla bene dei francesi, si dice che siano freddi e poco disponibili, io trovo invece che sia il contrario.Purtroppo non abbiamo molto tempo libero per via degli allenamenti e dei diversi impegni, quindi sono riuscita a trascorrere una giornata solo a Nizza. È molto bella, e per fare shopping è il massimo! Comunque quest'estate, quando finirà la stagione, penso che visiterò tutta la costa -
Nella vita di tutti i giorni, hai notato differenze tra l'Italia e la Francia?
- No, non ho trovato differenze sostanziali -
Da un punto di vista economico, in Italia la maggior parte degli investimenti in campo sportivo è diretta verso il calcio. In Francia pensi che ci sia maggior attenzione degli sponsor e degli investitori verso la pallavolo?
- Trovo che in Italia ci sia una situazione veramente inspiegabile. È uno dei campionati più forti del mondo, un sacco di giocatrici straniere vengono nel nostro campionato, è uno sport seguito da vecchi e bambini, eppure non si riesce a dargli la giusta importanza. Ogni tanto esce qualche sponsor che decide di investire in qualche squadra, di metterci soldi, ma sono veramente casi sporadici... Qui a Cannes il volley è molto sentito, la nostra presidentessa ci tiene al fatto che la gente a Cannes, e in generale in Francia e all'estero, ci conosca, e sappia chi siamo. Questo è un bene, però posso parlare solo della realtà del Racing Club di Cannes, perchè delle altre società francesi non posso dire niente in quanto non conosco ancora bene le loro realtà -
Considerata la tua esperienza all'estero, nonché le partite di Champions League a cui partecipi, avrai sicuramente conosciuto realtà diverse da quella italiana. Credi che la pallavolo italiana sia all'avanguardia o abbia qualcosa da imparare da altri paesi?
- Credo che in fatto di tecnica e di come si sta in campo, la pallavolo italiana sia all'avanguardia e non abbia nulla da imparare. Penso che dovrebbe imparare qualcosa, invece, in termini di organizzazione. In Italia si tende a giocare troppe partite in poco tempo, quando va bene ne giochi due alla settimana tra campionato, Champions e Coppa Italia, per non parlare poi delle giocatrici che giocano anche in nazionale e non hanno un momento di stop per ricaricare le pile. Il riposo è, infatti, importante quanto l'allenamento. Si portano le giocatrici allo sfinimento e questo poi va a discapito del gioco e dello spettacolo, perchè tutto lo stress fisico e mentale causa i vari infortuni -
Infine, hai posato per il calendario 2011 del RC Cannes. Senza dubbio, iniziative di questo genere possono contribuire ad avvicinare la gente al tuo sport, non credi?
- Sì penso che lo scopo del calendario sia quello. Ma credo che voglia anche far ricordare che noi, prima di atlete, siamo donne: questo spesso viene dimenticato solo perchè ogni volta che la gente ci vede abbiamo scarpe da ginnastica e tute addosso -