Sport - 31 maggio 2012, 21:27

Claudio Ranieri a tutto campo nella prima conferenza stampa

«Mi sono innamorato dell'idea che mi è stata proposta»

Da sinistra a destra: il direttore generale Philips Dhondt, l'allenatore Claudio Ranieri, il direttore sportivo Tor-Kristian Karlsen

È stato un Claudio Ranieri molto disponibile quello apparso al Louis II per la prima conferenza stampa della sua avventura monegasca. Coadiuvato da una giovane interprete, il tecnico romano ha risposto in italiano alle domande dei giornalisti presenti, spaziando dagli stimoli che lo hanno portato nel Principato agli obiettivi da raggiungere, dalla sua esperienza interista alla particolare realtà monegasca, senza tralasciare le analisi tattiche ed il settore giovanile.

LA DECISIONE «Sono stato sorpreso, felicemente sorpreso quando mi hanno contattato e ho impiegato veramente poco tempo a decidere. Mi è subito piaciuta l'idea e la sfida da intraprendere. Era da tanti anni che non allenavo in una seconda divisione, però il progetto è ambizioso e grande per cui mi sono detto: “Perchè no?” Mi sono innamorato dell'idea che mi è stata proposta».

IL PROGETTO «La motivazione arriva dal progetto, un progetto che permette di costruire. Il Monaco rappresenta l'opportunità di costruire una squadra; a me è sempre piaciuto costruire: l'ho fatto a Cagliari, a Firenze, a Valencia e a Londra con il Chelsea, Invece, le altre squadre sono state squadre di passaggio perchè erano in momenti particolari della loro storia. Monaco mi è sembrato un ritorno alle origini: tornare a costruire dalla Ligue 2 per poi portare la squadra in Europa. Avevo anche altre offerte ma c'è qualcosa che scatta in una persona quando ha avuto tante esperienze: il fatto di poter allenare nel campionato francese, di poter guidare il Monaco è stata una grande motivazione, una molla per il mio stimolo.. E i giocatori dovranno avere la stessa mia motivazione poiché saremo la squadra da battere insieme all'Auxerre. L'importante è mettere le fondamenta di una buona squadra, salire in Ligue 1 e poi confrontarci per vedere quanto ci manca per colmare il gap dalle squadre più alte».

MONTECARLO «Capisco le difficoltà che ci sono ad allenare i giocatori a Montecarlo. Ci sono molte distrazioni: un posto stupendo, un clima ed un mare stupendo, donne bellissime, è tutto molto bello. Io però sono già focalizzato a cercare di vincere. Quali ricordi ho di Montecarlo? Mi ricordo meglio quando con il Valencia ho vinto la Supercoppa contro il Porto piuttosto che la mia sconfitta contro il Monaco quando allenavo il Chelsea. Non so perchè, ma quando perdo mi dimentico tutto...» (risata)

IL CALCIO FRANCESE «Non ho chiamato Ancelotti perchè lui conosce la Ligue 1. Ho visto 5-6 partite del Monaco e dei suoi avversari. Da quello che ho visto, ci vuole motivazione, preparazione fisica, grande sacrificio. Gli avversari correranno molto, ma noi dovremmo correre più di loro, aggiungendo la nostra qualità. Tutti gli altri giocatori e allenatori avranno già visto quando affronteranno il Monaco, ci vogliono battere, ogni partita sarà una battaglia e tutti cercheranno di correre, di aggredirci, di non farci ragionare. I nostri giocatori dovranno avere la fame di vittorie».

SUL CAMPO «A me piace molto la tattica italiana, la tecnica e la spensieratezza del calcio francese e spagnolo, e la determinazione che mettono i giocatori inglesi. Cercherò di fare un mix di tutto questo. Tatticamente, il Monaco è abituato a giocare con il 4-4-2 ma io non sono amante di un modulo fisso. Credo che non ci sia un sistema vincente ma dei giocatori vincenti. Vedremo se giocare con il 4-4-2, con il 4-2-3-1 o con il 4-3-3. Quando avrò la squadra a disposizione, vedremo quale sarà la migliore soluzione. Qui ci sono anche buoni giocatori nell'Under 19 e nell'Under 21 (N.B. Ranieri fa probabilmente riferimento alla squadra Riserve in cui militano i giovani alle soglie della prima squadra) e dunque li valuterò bene e chi meriterà di giocare, giocherà. Mi è sempre piaciuto fare un mix tra giocatori di esperienza e giovani che vogliono sfondare».

IL MERCATO «Con il direttore sportivo stiamo valutando alcuni giocatori ma non possiamo parlare perchè, appena parliamo di un giocatore, i prezzi vanno alle stelle e dunque dovremmo essere attenti a non buttare via i soldi. La squadra fino a dicembre è andata male, poi ha avuto una grande spinta con i cambiamenti e con i nuovi giocatori che hanno portato qualcosa di più. Ora cercheremo di migliorarla là dove necessario».

L'INTER «L'esperienza all'Inter è stata bellissima. Quando sono arrivato non erano in una bella posizione, ma siamo riusciti a fare primi nel nostro girone di Champions League e a risalire in campionato. Poi abbiamo perso alcune partite, in maniera da rimanere senza parole. Contro il Marsiglia non meritavamo l'eliminazione. Credo che meritassimo noi il passaggio del turno, ma il calcio è questo... Abbiamo l'esempio del Chelsea che ha vinto contro il Barcellona e contro il Bayern...così è il calcio... Comunque ancora complimenti al Marsiglia che ci ha battuto».

IL FRANCESE «Cosa so dire in francese? “Bonjour, je suis Catherine Deneuve...” (risata). A 47 anni ho imparato lo spagnolo, a 50 l'inglese e adesso ho davanti questa nuova sfida di imparare il francese. Comunque il linguaggio del calcio è universale

Mattia Rossi