Altre notizie - 27 luglio 2017, 18:00

Visita agli scavi archeologici con giovani studenti di archeologia ed antropologia: Nizza scopre le sue radici

E’ l’ultima settimana della campagna di scavi archeologici sulla collina del Château di Nizza ed anche l’ultima per potere usufruire di una visita guidata all’interno dell’area

Gli scavi archeologici alla Collina du Château a Nizza

E’ l’ultima settimana della campagna di scavi archeologici sulla collina del Château di Nizza ed anche l’ultima per potere usufruire di una visita guidata all’interno dell’area: poi il sito verrà chiuso e protetto fino all’anno prossimo.

Una decina di giovani studenti di archeologia ed antropologia, sono impegnati sotto il sole con aspirapolvere, cazzuole, pennelli, carriole, pale e secchielli. Non alzano nemmeno la testa tanta è la loro concentrazione: niente deve andare perduto.

Purtroppo, ci dice una ragazza, gli scavi del XIX secolo sono stati disastrosi: si trovavano reperti, li si prendevano e li si mettevano al museo: molti sono per questo inutilizzabili per le attuali modalità di analisi.

Comunque dal 2009 le cose procedono in modo diverso e i risultati si vedono. Il sole picchia, meno male che ci sono alberi secolari a donare un po’ di refrigerio e di ombra, ma non si possono toccare, dice la ragazza, e le radici molto profonde creano difficoltà al nostro lavoro

Ogni anno gli studenti scavano, raccolgono, lavano e catalogano reperti che poi verranno studiati dagli esperti con le più sofisticate tecnologie: non solo pietre, ma scheletri completi e teschi in ottima conservazione (ad uno, che due ragazze stavano lavando con uno spazzolino da denti, mancava solo un premolare!).

Finora i ritrovamenti risalgono al V sec.d.C. (non si può ancora sapere se sotto l’attuale strato, che arriva all’età moderna, si potranno trovare tracce più antiche) e riguardano la I° fase della vicenda della cattedrale di S. Maria, all’inizio costruita in legno.

Nella II° fase, attorno all’VIII-IX sec. la chiesa fu allargata con un’abside (si passa alla pietra elo sinota dalle dimensioni delle basi dei pilastri) e verso l’XI-XII sec. (III° fase) si installa nel sito una comunità di monaci, che allargano la cattedrale verso est e costruiscono un chiostro ed uno spazio, di cui non si è ancora capita la funzione: gli scavi di quest’anno sono proprio alla giunzione dei tre edifici, attorno al grande albero secolare.

I monaci costruirono poi anche delle ampie cantine: purtroppo gli scavi del XIX sec. hanno svuotato tutto, senza criterio, ed è rimasto poca roba ancora utilizzabile per le analisi e gli studi.

Importantissimo però è il ritrovamento delle tombe di circa 150 persone, compresi donne e bambini: un vero e proprio cimitero di una comunità ampia che viveva attorno alla cattedrale, centro del potere religioso, mentre più in alto vi era, col castello, il luogo del potere civile.

Le tombe hanno una caratteristica rara per l’epoca: sono tombe a tetto di tegole come una piccola casa, un modello antico non tipico del medioevo, epoca in cui anche la sepoltura non aveva un carattere individualizzante.

Una scoperta eccezionale” ci dice la ragazza e la gioia le si nota negli occhi quando ce lo racconta. Purtroppo nelle tombe ci sono solo ossa, nessuna traccia di abiti, nemmeno oggetti di metallo.

I morti stavano vicino ai vivi, non lontano come i cimiteri attuali: vivi e morti appartenevano alla stessa comunità dei fedeli indipendentemente dallo status momentaneo e contingente.

Dal XII sec. l’edificio stesso della chiesa viene diviso in due parti separate: una per i religiosi ed una per gli altri fedeli. Ci sono tracce anche della costruzione di un campanile con la campana , oggetto emblematico della popolazione medievale che regolava la vita quotidiana della comunità.

Poi la storia è nota: i Savoia trasformano la collina in una fortificazione militare, la popolazione si trasferisce sotto, la stessa chiesa perde lo statuto di cattedrale (trasferita nell’attuale Santa Reparata della Vecchia Nizza), il Re Sole poi farà radere al suolo tutte le fortificazioni di carattere militare.

Gli scavi continueranno nei prossimi anni, finanziamenti permettendo, con l’obiettivo di valorizzare emettere a disposizione di tutti questo sito archeologico: la giovane studentessa sembra ottimista.

Commento di un signore italiano: “Meno armi e più scavi archeologici”. E più giovani armati di pale e spazzolini da denti, aggiungiamo noi.

Tutti i nostri auguri a questi ragazzi e ragazze e au revoir all’anno prossimo  

Renato Sala