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Altre notizie | 03 febbraio 2018, 08:00

Passo avanti dell’inchiesta sull’attentato di Nizza

Il magistrato ha convocato gli agenti presenti al centro di videosorveglianza la sera del 14 luglio 2016

Nizza, la mattina del 15 luglio 2016

Nizza, la mattina del 15 luglio 2016

Come ha fatto, la sera del 14 luglio 2016, il camion bianco a percorrere indisturbato quasi due chilometri lungo la Promenade seminando morti e feriti? Quali misure di sicurezza erano state messe in atto? Vi sono responsabilità personali in tutto questo?

Sono queste alcune domande alle quali sta cercando di rispondere l’inchiesta giudiziaria, affidata al giudice Alain Chemama, a seguito delle tante denunce che i parenti delle vittime e le persone rimaste ferite nel corso dell’attentato di Nizza hanno presentato alla magistratura, dopo che una prima inchiesta era stata chiusa senza individuare responsabilità.

Le denunce presentate hanno suscitato una seconda inchiesta che ha fatto sentire i suoi primi effetti. Dopo il sopralluogo a Nizza, nei mesi scorsi, del giudice incaricato che si era recato al centro di videosorveglianza urbana, dove giungono le immagini in diretta di tutte le videocamere installate in città, ora sono arrivate le convocazioni.

Primi ad essere sentiti proprio gli agenti della Police Municipale che erano in servizio al centro di videosorveglianza. Ascoltati dal magistrato come persone informate dei fatti, ma nell’avviso di convocazione, a loro tutela, viene sottolineato a fianco della dizione “audition libre” è riportata una frase che ha allarmato, non poco, gli agenti “sospettati di aver commesso o tentato di commettere l’infrazione di messa in pericolo la vita altrui (rischio immediato di morte o d’infermità) per manifesta violazione delle disposizioni concernenti un dovere previsto dal regolamento di sicurezza o prudenza”.

Frase che viene utilizzata per evitare la nullità delle audizioni ed anche per consentire, ove lo desiderino, di essere assistiti da un avvocato, ma che indica anche la strada che l’inchiesta ha preso.

Dopo gli agenti della Municipale toccherà a quelli della Police Nationale e dei Pompieri. Poi l’inchiesta salirà di livello, con l’audizione dei vertici.

Difficile dire se andrà a parare da qualche parte o se, alla fine, il risultato sarà sovrapponibile a quello di un non luogo a procedere. Nessuna polemica, a Nizza, sono lontani i tempi delle dispute , proprio sulle responsabilità, tra il comune e la prefettura.

Gli stessi vertici della polizia municipale di Nizza, il capo degli agenti  Richard Gianotti e il consulente del sindaco, l’ex presidente del tribunale di Grasse, Marc Joando, hanno sollecitato gli agenti a dire “tutta la verità” senza alcun tentativo di “nascondere” o di “aggiustare” le cose.

Il diritto a sapere cosa veramente è successo e se qualcuno ha sottovalutato i rischi che si correvano quella tragica sera viene riconosciuto ai feriti e ai famigliari delle vittime. Nessun intralcio, dunque, al lavoro del giudice Alain Chemama.

Beppe Tassone

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