Reporty resterà installato sugli smartphone, ma non potrà funzionare: a Nizza è stata “bloccata” la sperimentazione dell’applicazione che, secondo i disegni dell’amministrazione comunale, avrebbe dovuto trasformare i nizzardi in tanti Sherlock Holmes volontari, pronti a documentare con il proprio telefonino reati, violazioni ai regolamenti o situazioni di pericolo trasmettendoli in tempo reale al centro cittadino di video sorveglianza.
L’iniziativa era nata fra le polemiche, alcuni gruppi di opposizione e associazioni di cittadini si erano espressi contro, ritenendo violati i diritti alla privacy dei cittadini.
Ora è giunta la sentenza, pronunciata da un’autorità garante, la Commission nationale de l’informatique et des libertés (CNIL) che ha condotto un’istruttoria ha inviato una lettera con la quale viene chiesto di “cessare la sperimentazione in quanto la legge non permette, a questo stadio, l’utilizzazione di questo tipo di tecnologia”.
Una bocciatura vera e propria che fa riferimento alle garanzie della privacy ed anche dei diritti individuali: nessun nizzardo potrà dunque trasformarsi in un “cacciatore” .
Il funzionamento di Reporty era stato raccontato lo scorso gennaio da Montecarlonews (clicca qui).
Dura e piccata la reazione allo stop da parte del Sindaco di Nizza Christian Estrosi che definisce “dogmatica” la posizione della Commissione. “Ancora una volta, senza alcuna spiegazione o motivazione reale, ha detto il primo cittadino di Nizza, la CNIL si oppone alle iniziative di sicurezza esercitando la protezione delle libertà individuali come standard, senza interessarsi a coloro che subiscono quotidianamente aggressioni sulle loro stesse libertà. Chiedo al governo di esaminare queste difficoltà. È inconcepibile affrontare una minaccia senza precedenti senza offrire i mezzi per combatterla".