Dopo le votazioni del 4 marzo l’unico Governo che avesse i numeri e rappresentasse la maggioranza della volontà popolare era quello Lega-MoVimento 5 Stelle. L’intesa si è concretizzata dopo ben 89 giorni, ma ha lasciato ferite profonde.
Forse il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha commesso un errore a non dare il via al primo tentativo da parte di Giuseppe Conte di formare il Consiglio dei ministri, perché ha ulteriormente alimentato quella pulsione populista esplosa, poi, in una rabbia inconsueta di molti italiani. Anche perché se il problema era l’antieuropeismo del candidato all’Economia, Paolo Savona, lo stesso professore è rimasto nel nuovo esecutivo con l’incarico agli Affari Europei. Non avendo cambiato il suo pensiero contro l’Unione si tratta di una conferma quantomeno curiosa.
In ogni caso sulle decisioni del Capo dello Stato si può non essere d’accordo, ma la persona e la carica ricoperta meritano rispetto. E’ il nostro Presidente. Ed è lui che rappresenta la nostra Repubblica. Abbiamo letto invece sui social insulti inaccettabili di tanti cittadini contro Mattarella. E nei suo confronti ci sono state le prese di posizione dei partiti: minacce, neppure troppo velate, e silenzi su un fronte; difese bulimiche sull’altro versante. Nel lungo e acceso confronto che è servito a formare il Governo, i continui tira e molla di questo o di quell’altro leader e le reciproche minacce, hanno diffuso una brutta immagine del nostro Paese. Il tutto in un caos crescente, delirante, incomprensibile e stucchevole. Come se ci si dovesse preparare a una “guerra” totale. Atteggiamenti che hanno indebolito di più, agli occhi del mondo, la già fragile politica italiana.
In questo momento, in cui la confusione non si è per nulla diradata, cosa può trasmettere un poco di fiducia e di speranza? Rimane un faro che, ancora e sempre, illumina il cammino degli italiani: il 2 giugno. Una data importante. Troppo importante. E’ il giorno della Festa della Repubblica: Repubblica che, dal 1946, ha superato enormi ostacoli ma che, 70 anni fa, attraverso i “padri costituenti”, ha saputo scrivere una Carta Costituzionale tra le più belle, sagge e solidali del mondo. Le schizofrenie dei partiti non hanno il diritto di dare un calcio a questo patrimonio immenso di tutti gli italiani, conquistato versando il sangue della Lotta di Liberazione.
Invece i partiti, ringhiosi, lo hanno dimenticato. Così come lo hanno dimenticato i cittadini infuriati contro Mattarella. Alla faccia della Repubblica, della Costituzione e della convivenza civile.