Il prossimo 2 luglio i pacchetti di sigarette, in Francia, subiranno un nuovo aumento dai 10 ai 30 centesimi e questo andrà ancora di più ad allargare il divario con il costo delle “bionde” praticato al di là del confine.
Si lamentano i tabaccai francesi: a Menton molti negozi hanno già chiuso e, secondo il presidente dell’associazione che li riunisce, fino a Nizza almeno un pacchetto su due è di provenienza italiana.
Con una differenza del 30% nel costo, recarsi oltre confine ad acquistare delle stecche di sigarette può rivelarsi un affare, anche notevole. Il rischio che si corre non è nemmeno di quelli enormi se, una volta sorpresi nei controlli molto sporadici, ci si limita a farsi confiscare le sigarette.
I tabaccai francesi vedono i loro affari diminuire, ma non il consumo di sigarette che appare tutto sommato stabile, segno che l’importazione dall’Italia avviene e in grande stile.
Al punto che il presidente de la Chambre syndicale des buralistes des Alpes-Maritimes, Christian Walosik, si è direttamente ricolto al Presidente della Repubblica Emmanuel Macron chiedendogli il rispetto della promessa elettorale di giungere alla fissazione di un costo unico per le sigarette in tutta Europa e, nel contempo, sottolineando l’insostenibilità della differenza di costi con l’Italia, invitata a sua volta a incrementare il costo delle sigarette.
Il presidente del tabaccai del Sud Est è giunto anche a sostenere che, poiché le sigarette fanno indubitabilmente male alla salute e provocano il cancro, le cui cure sono finanziate, in Francia, proprio con l’aumento dei costi dei tabacchi, sia l’Italia a farsi carsico delle cure per chi si ammala dopo aver fumato “di contrabbando”.
Paradossi a parte, è facile ipotizzare un giro di vite nei controlli soprattutto nei confronti dei bus francesi che, il venerdì, raggiungono Ventimiglia per il mercato.
Una volta, secondo i tabaccai francesi, trasportavano persone che si recavano al mercato ad acquistare frutta e verdura, ora molti passeggeri “passano” anche nei negozi di tabacchi italiani e non per acquistare un “gratta e vinci”.