Se era da tanti attesa, mai presentazione di un volume è stata tanto stravolgente ed entusiasmante come quella di ieri sera presso Palazzo Moncada di Modica, come tutti sapranno, sede da alcuni mesi della biblioteca comunale cittadina “Salvatore Quasimodo”.
Con una sala gremita di astanti, il dr. Carmelo Cataldi e soprattutto l’autore del volume: “Giuseppe Grimaldi Cavaliere dell’Ordine di Nostra Signora di Montesa”, hanno smontato pezzo dopo pezzo, sia sotto il profilo genealogico e araldico e poi documentario ed archivistico, un mito che ormai attanagliava la città e la “Contea di Modica” da più di 4 secoli e mezzo.
Con ieri sera si è finalmente posto fine, in maniera asettica, sereno pacatoque animo, scientifica e storica, alla convinzione, una falsa convinzione, soprattutto di chi aveva interesse e di quella claque che pedissequamente ha avuto al seguito, e cioè quella per cui i Grimaldi di Modica fossero tali e imparentati con il ceppo principale di Genova e poi di Monaco e quindi con il proprio attuale Capo di casa regnante, Alberto II di Monaco.
Il dr. Cataldi, sotto il profilo genealogico ha ridotto la portata scientifica del Venasque (autore citato a modello rigoroso del legame genealogico tra i “Grimaldi” modicani e i restanti Grimaldi nazionali e non) a personaggio da “alberi genealogici” di fantasia, soprattutto quando ha portato “attacchi” delle famiglie “Grimaldi” di Modica, Calabria e Bologna, alla autentica famiglia Grimaldi, smascherando le “furbate” di questo quando soprattutto aggancia Agostino “Grimaldi” a Francesco Grimaldi, defunto nel 1474 e cioè 46 anni circa prima che Agostino stesso nascesse. Allo stesso modo per non parlare dei citati Grimaldi “Cavalleroni” di Genova, a cui proprio il Venasque dedica il suo volume, che nessuna liason avevano ancora una volta con i “Grimaldi” modicani e lontanissima invece con il ramo effettivo a cui appunto il Venasque agganciava i “modicani”.
Sul piano dell’araldica anche qui il dr. Cataldi ha smontato il mito della colleganza non solo genealogica ma anche blasonata (del blasone proprio) tra gli autentici Grimaldi e quelli “modicani”.
Egli ha dimostrato, documenti alla mano, che anche il blasone dei “Grimaldi” modicani, altro non è che il blasone della famiglia Salineri di Genova, questa si effettivamente presente dentro l’Albergo dei Grimaldi effettivi di Genova e poi anche di Monaco!
La parte del leone comunque l’ha fatta ovviamente l’autore, Francesco Pellegrino, il quale ha prodotto visivamente, commentandoli singolarmente, dopo la breve e avvincente relazione iniziale, tutti i documenti di prima mano acquisiti in Spagna e che smentiscono categoricamente ogni assunto secondo cui i “Grimaldi” modicani fossero tali, ma, anzi dei Caser di Medina del Campo in Spagna.
L’autore, aldilà della dimostrazione logico documentaria della falsa identità grimaldina modicana, stravolgendo forse qualche malevola aspettativa, pone in evidenza la centralità di Agostino Caser, come un patriarca famigliare che dalle innate doti politiche amministrative riesce ad “autocrearsi” e generare e sviluppare un lignaggio per i suoi posteri dal nulla, con una capacità e forza fuori dal comune.
Il ritratto formativo e personale di Agostino Caser, da oggi alias Grimaldi, ne esce prepotentemente arricchito e illuminato, anche perchè finora sconosciuto, o volutamente sconosciuto totalmente, anche da parte dei più affermati storici di storia patria!
Chi ha dato atto della bontà accademica delle due tesi è stata un’ospite inaspettato, la Prof.ssa Clementina Papa, la vera ri-scopritrice dei Grimaldi a Modica nell’ultimo decennio, la quale davanti all’evidenza probatoria delle due tesi, ha preso la parola ed ha voluto sottolineare l’autenticità delle dimostrazione, dimostrazioni che non inficiano comunque il ruolo sociale avuto da questa famiglia aristocratica nella Contea di Modica e nella comunità soprattutto di Modica.
Nell’occasione hanno preso la parola anche altri interessati alle vicende della famiglia “Grimaldi”, apportando il loro pensiero e dati documentari in loro possesso, quale ad esempio il rivelo, trovato in San Giorgio di Modica, della morte di Agostino Caser alias Grimaldi, come cittadino “spagnuolo” e non genovese!
Altri due interventi, prodromi alla presentazione, sono stati quelli del dr. Carmelo Modica che ha focalizzato l’attenzione sulla vicenda “grimaldina” più sotto il profilo politico e mediatico e quindi del camuffamento e della perpetrazione costante della dissimulazione storica, a cui, nel caso di specie e in particolar modo quando scoppiò il “caso”, in concomitanza della venuta del principe Alberto di Monaco a Modica, buona parte dei media locali, forse anche inconsapevolmente, si sono prestati a questo “progetto”, che arriva peraltro da molto lontano, da Medina del Campo nel 1532, quando Francesco Caser iscrive il figlio Agostino, appena dodicenne, all’università di Salamanca, come Agostino de Grimaldo!
Bellissima anche la prolusione del prof. Girolamo Piparo che ha sintetizzato brillantemente, sotto il profilo bibliografico, storico e discorsivo la vivacità del volume ma soprattutto della vicenda “grimaldina" prima in Spagna e poi a Modica.
Da questa serata non escono ne vinti ne vincitori ma invece si disvela un quadro esatto degli accadimenti storici e si riporta alla sua esatta dimensione una verità accademica, quella con la “A” maiuscola, e per cui, per dirla, come afferma da parecchi anni lo stesso autore, le radici storiche della Contea di Modica, non vanno ricercate, ovvero non solo ricercate a Modica e in Sicilia, ma vanno ricercate e scoperte soprattutto in Spagna!