/ Altre notizie

Altre notizie | 05 agosto 2018, 17:09

Il Principe di Monaco Antonio I tra storia e letteratura

Antonio I si interessava anche di botanica, tanto da coltivare nel suo giardino, nel tempo libero, diverse piante esotiche come aloe, agave e cactus

Il Principe di Monaco Antonio I tra storia e letteratura

Dopo la stipulazione del trattato di Péronne del 14 settembre 1641 con la Francia, si aprì per Monaco una nuova fase anche sotto l’aspetto culturale. Se la popolazione monegasca avrebbe atteso soltanto la seconda metà del XIX secolo per lasciare lo spazio culturale italiano ed entrare in quello francese, la famiglia regnante, al contrario, avrebbe abbandonato rapidamente le sue radici italiane per adottare la cultura francese. Del resto, lo stesso Onorato II, firmatario del trattato di Péronne, in base al quale il Principato di Monaco diventava un protettorato del Regno di Francia, era un principe italiano francofilo. Mentre il suo successore Luigi I sarebbe stato tanto francese quanto italiano, il figlio Antonio I fu un principe pienamente francese. Allevato da una madre francese, che gli aveva trasmesso il francese come lingua nativa, aveva vissuto in Francia, e in particolare a Parigi, alla quale era molto affezionato. I suoi maestri erano francesi, gli eserciti in cui aveva militato erano quelli del re di Francia ed erano pure francesi i suoi amici più cari. Salito al trono all’età di quarant’anni, egli apparteneva totalmente al mondo di Versailles.

     Nato a Parigi il 25 gennaio 1661 dal principe di Monaco Luigi I e dalla principessa Catherine Charlotte de Gramont, il principe Antonio, dopo aver terminato gli studi, aveva preso servizio in fanteria. Il 29 luglio 1683 aveva ottenuto il grado di luogotenente nel reggimento della fanteria reale. Nel settembre 1684 Luigi XIV lo nominò colonnello del reggimento di fanteria della regione di Soissonnais. Partecipò quindi alle campagne di Germania e delle Fiandre dal 1688 al 1693 e prese parte agli assedi di Filisburgo, Mons e Namur, oltreché alla battaglia di Fleurus. Nel dicembre 1684 il re gli accordò una licenza di due mesi per sbrigare alcuni affari personali. Il principe nutrirà per tutta la vita un vivo interesse per il mestiere delle armi. Ma, nonostante tale attitudine, la sua carriera militare sarebbe stata breve. Tanto è vero che Luigi XIV, pur apprezzando la sua propensione per le armi, avrebbe trascurato di nominarlo persino brigadiere. Durante il servizio militare, grazie ai buoni uffici del padre Luigi I, il 13 giugno 1688 Antonio si sposò con Maria di Lorena, appartenente a una delle famiglie più altolocate della nobiltà francese. La stipulazione del contratto matrimoniale si tenne nella reggia di Versailles alla presenza di tutta la corte e dello stesso Luigi XIV, che vi appose la sua firma.

    Il principe lasciò dunque l’esercito per diventare, secondo la sua stessa espressione, un «borghese di Parigi dopo quindici anni di servizio». Iniziò allora ad intrattenere delle cordiali relazioni con la corte e tutta la città. Era imparentato con le case Gramont e Lorena, tanto che i suoi titoli gli avrebbero aperto le porte di Versailles. Molto stimato da Luigi XIV, Antonio I divenne presto amico di influenti personalità della corte parigina, tra cui i duchi di Roquelaure, d’Aumont e di Tresmes, oltre al marchese di Raffetot. Strinse rapporti amichevoli anche con eminenti musicisti, come Jean-Baptiste Lulli e François Couperin. Inoltre Antonio I, che fin dai tempi del trattato di Péronne godeva del titolo di duca di Valentinois, nel 1702, in virtù di un decreto emesso il 21 agosto dal Parlamento di Parigi, fu ammesso alla Parìa di Francia. Nel 1724 ottenne il Collare dell’Ordine del Santo Spirito e nel 1726 la Croce di San Luigi. Infine, nel 1728, gli fu conferito il titolo di Monsignore e Cugino del re. Ma il titolo senza dubbio più importante ottenuto da Antonio I fu quello di Pari di Francia, che gli conferiva il diritto di partecipare al governo del Regno.

     A partire da questo momento, i Grimaldi avrebbero intrattenuto con la corte di Versailles delle relazioni di due tipi: da una parte, quelle inerenti la loro sovranità sul Principato, dall’altra quelle derivanti dalla loro carica di Pari. Quest’ultima sarebbe stato senz’altro più importante di quella che era nel XVII secolo, quando la Francia non rappresentava ancora la prima potenza aristocratica del mondo. E mentre il principe Antonio I aveva un peso politico assai limitato, il suo titolo di Pari di Francia accresceva invece il suo prestigio. Tuttavia avrebbe rinunciato volontariamente a tale carica nel 1715 in occasione del matrimonio di sua figlia, erede al trono, con Jacques de Matignon. Luigi XIV acconsentì a trasferire al giovane Matignon i titoli di pari e duca di Valentinois a una condizione: se un figlio legittimo fosse successo ad Antonio I, quest’ultimo avrebbe riassunto la parìa e il ducato di Valentinois, mentre a Jacques de Matignon sarebbe stato assegnato un vitalizio.

    Tranne due viaggi a Parigi nel 1702 e nel 1706, Antonio I avrebbe trascorso il suo lungo regno, protrattosi dal 3 gennaio 1701 al 20 gennaio 1731, a Monaco, sempre tormentato però da una profonda nostalgia per la capitale francese e la corte di Versailles. Dal suo palazzo il principe intrattenne una fitta corrispondenza con i suoi vecchi amici francesi, ma anche con il marchese Doria di Genova, il principe Ottoboni, il piccolo nipote di papa Alessandro VIII, il duca d’Uceda y Montalban, il vicerè di Sicilia, il duca di Linarès, il vicerè del Perù e il marchese di Monteleone. Poco dopo l’inizio del suo regno, venne coinvolto nella guerra di Successione spagnola. Nel 1705 il principe, che si era schierato a fianco della Francia, avrebbe voluto annettersi la città della Turbie, situata in una posizione strategica e difesa da un’antica fortezza. Il comandante delle truppe francesi sul fronte italiano, il maresciallo de La Feuillade, si rifiutò però di inviare dei rinforzi per difendere La Turbie, ordinando anzi di distruggere la fortezza per danneggiare il nemico. Nonostante la delusione del principe di Monaco per la mancata annessione della Turbie al suo piccolo regno, gli ordini del maresciallo francese sarebbero stati eseguiti. Nel frattempo Antonio I lavorava febbrilmente per fortificare la rocca di Monaco con alcune opere fortificate ancora oggi esistenti nella parte antica della città e nel cosiddetto «Fort Antonius». Tali lavori si sarebbero conclusi nel 1713, al termine della guerra di Successione spagnola. Fu proprio nel corso dei negoziati che portarono alla stesura del trattato di pace che pose fine a tale conflitto, che il duca di Savoia Vittorio Amedeo II chiese che il Principato di Monaco passasse sotto la corona sabauda, ma Luigi XIV si sarebbe opposto ribadendo come Monaco fosse uno Stato sovrano e non una proprietà della Francia. Ad ogni modo Antonio I dovette riconoscere i diritti di sovranità al duca di Savoia sui possedimenti monegaschi di Mentone e Roquebrune.

    Antonio I si interessava anche di botanica, tanto da coltivare nel suo giardino, nel tempo libero, diverse piante esotiche come aloe, agave e cactus. Per quanto riguarda le sue scelte culturali, non avrebbe esitato a optare per la cultura francese, pur conoscendo anche la lingua italiana. Tant’è vero che nella sua biblioteca personale non figurava nemmeno un libro di storia italiana, ma soltanto libri sulla storia francese, e in particolare sull’età di Luigi XIV. Anche tra i testi letterari, il principe avrebbe preferito quelli francesi, tanto che, di autori italiani, comparivano solo opere di Carlo Goldoni, Vittorio Alfieri, Saverio Bettinelli, Scipione Maffei e Pietro Metastasio. Pure in campo artistico Antonio I si sarebbe orientato verso pittori e scultori originari della Francia. Per quanto concerne i suoi gusti musicali, l’importante biblioteca musicale del principe era suddivisa in tre sezioni: musica operistica, musica sacra e musica strumentale. Tra gli autori presenti figuravano i migliori compositori italiani e francesi del Sei e Settecento. Gli ultimi anni della sua vita si sarebbero concentrati soprattutto nel tentare di trovare un marito alla figlia Luisa Ippolita, dal momento che egli non aveva avuto alcun erede maschio dal proprio matrimonio con Maria di Lorena. Antonio I spirò a Monaco il 20 gennaio 1731, all’età di 69 anni, a poco più di due settimane dal trentesimo anniversario della sua ascesa al trono.

    In definitiva, il principe Antonio I, sia nella sua vita privata, sia nei suoi atti ufficiali, è stato un signore francese del Gran Mondo. Egli avrebbe agito in tutti gli aspetti della sua azione politica, militare e culturale secondo i canoni di tale mentalità. Tuttavia, da un’analisi più approfondita della sua complessa personalità, emerge anche un altro lato del suo carattere. Questo sovrano monegasco era molto geloso dell’indipendenza del suo piccolo Stato. Oltre alla sua attrazione per la Francia e al suo reale affetto per Luigi XIV, egli volle mantenere integro il protettorato francese sul Principato, minacciato soprattutto dalle mire del Piemonte, in particolare durante la guerra di Successione spagnola. Decise in ogni caso di agire sempre nell’interesse esclusivo di Monaco, di cui avrebbe rafforzato la dipendenza politica, economica e culturale dalla Francia.

dott. Andrea Gandolfo

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium