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Eventi | 26 agosto 2018, 09:00

Saint-Paul-de-Vence accoglie le 'semine' di Giuliano Ravazzini

Il giardino della fondazione Maeght accoglie le semine di Giuliano Ravazzini, contaminazioni e atti che l’artista esegue sistematicamente in luoghi istituzionali

Saint-Paul-de-Vence accoglie le 'semine' di Giuliano Ravazzini

Il giardino della fondazione Maeght accoglie le semine di Giuliano Ravazzini, contaminazioni e atti che l’artista esegue sistematicamente in luoghi istituzionali.

In questo caso un sito canonico dell’arte contemporanea simbolo del collezionismo eclettico e illuminato, scelto come obiettivo delle “semine” metodiche e temporanee, avvenute il 20 agosto 2018.

L’intento di Ravazzini, non è suggestionare i presenti incuriositi dalla performance ma piuttosto è produrre un happening dal messaggio molto chiaro: recupero del rapporto creativo uomo natura e sviluppo narrativo nel web.

Ripercorrendo il mito del luogo ideale l’artista è spinto a immaginarne la fine, quantomeno a rappresentare il seme del cambiamento: un luogo ancora apparentemente incantevole e perfetto, un giardino dove l’uomo è ancora al centro della scena ma distaccato e altrove, rapito da surrogati virtuali.

Ѐ in atto un’attrazione irresistibile per una realtà non fisica ma dal grande potere di fascinazione, un richiamo seducente che distrae molti di noi dal mondo reale, un flusso potente e inarrestabile che cattura le nostre percezioni alterando la nostra esistenza, questa è la realtà dove germina l’arte.

L’uomo iper connesso assimila immagini e suggestioni continuamente è nel racconto egli stesso è un autore che vive nel web cioè un gigantesco territorio fluttuante percorribile istantaneamente che viene aggiornato e configurato, un cervello complesso, generativo e gratuito, perciò se è vero che in quel mondo evolve la nostra sfera sensoriale e intellettiva, allora l’arte nel suo processo estetico concettuale è costretta ad agire attraverso di esso.

Un passaggio epocale per l’arte che ci impone una revisione completa del valore immagine, non più icona o soggetto da contemplare, ma messaggio visivo istantaneo, significante che sospende i canoni estetici ortodossi e assume su di sé i valori del mezzo, che oggi possiamo definire poli contestuale, dialogica, processuale, evenemenziale, senza luogo, nomade, ubiqua, accumulativa, mixata. Riflessioni e denominazioni che l’artista propone al suo pubblico da molti anni con opere condivise nel web come (10 link to Zabaalen), Bitphilia, Migrazioni di Microazioni, War garden Link.

 

cs

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