/ Altre notizie

Altre notizie | 18 febbraio 2022, 09:00

Viaggio nella storia: i regni di Luciano e Onorato I tra documenti e misteri del Principato nella ricostruzione di Andrea Gandolfo

A lui e a Onorato I si deve la realizzazione della torre di Tutti i Santi e del bastione di Serravalle, che sovrastano le pendici occidentali e settentrionali della Rocca in modo tale da conferirle l’aspetto di una fortezza quasi inespugnabile.

Viaggio nella storia: i regni di Luciano e Onorato I tra documenti e misteri del Principato nella ricostruzione di Andrea Gandolfo

Nella notte tra il 10 e l’11 ottobre 1505, nel castello di Mentone, il signore di Monaco Giovanni II venne assassinato da suo fratello Luciano con un colpo di pugnale. La notizia della tragica morte del figlio addolorò moltissimo la madre Claudina, che, tuttavia, non esitò un istante ad appoggiare Luciano nella sua rivendicazione del trono monegasco, vista favorevolmente anche dal fratello Agostino e dagli altri familiari. All’indomani dell’assassinio di Giovanni II, i sudditi di Monaco, Mentone e Roccabruna prestarono solenne giuramento al nuovo signore, che, poco dopo, ottenne il perdono da parte del duca di Savoia.

Il 13 marzo 1506 quest’ultimo sarebbe stato il primo sovrano a riconoscere ufficialmente Luciano quale nuovo signore di Monaco. A tale riconoscimento si oppose però il re di Francia Luigi XII, che era stato il protettore di Giovanni II. In un primo tempo Luigi XII rifiutò infatti di nominare Luciano governatore di Ventimiglia al posto del fratello ucciso, ma poi si risolse ad accettare il fatto compiuto nominando Luciano suo ciambellano nel 1506. 

Salito ufficialmente al trono, Luciano cominciò ad accogliere nel suo territorio molti rifugiati genovesi dopo che Genova si era liberata del predominio francese. Tale fatto avrebbe poi spinto le autorità genovesi, nel dicembre 1506, ad inviare un contingente di quattordicimila uomini a Monaco per assediare  In realtà, la questione dei rifugiati era solo un pretesto, perché, come avrebbe dichiarato ufficialmente il doge Paolo di Novi, il vero obiettivo della Superba era quello di riprendere possesso di Monaco ed annetterlo ai territori della Repubblica. L’assedio durò per cinque mesi, fino a quando Luciano non fu in grado di battere definitivamente i suoi nemici nella battaglia svoltasi il 19 marzo 1507, quando avvalendosi anche dell’aiuto delle truppe franco-spagnole guidate da Yves d’Allègre, riuscì ad espellere i dodicimila soldati genovesi con soli seicento uomini a sua disposizione. Il prezzo da pagare sarebbe stato però molto alto: la quasi completa distruzione della fortezza di Monaco e la devastazione del porto monegasco. Dopo lo scontro con le autorità genovesi, anche il re di Francia Luigi XII tentò di acquisire Monaco, facendo incarcerare Luciano e ponendo suo fratello Agostino Grimaldi, vescovo di Grasse, alla guida della signoria.

Per la liberazione di Luciano, il re di Francia aveva imposto un riscatto di 166.000 ducati, ma Agostino non volle scendere a compromessi con Luigi XII in quanto intuiva che questi avrebbe fatto di tutto per prendere il controllo del principato. Il 14 agosto 1508 Luciano riottenne la libertà grazie a una cauzione di 4000 ducati che promise di pagare al luogotenente del re di Francia presso il duca di Milano. Dopo quest’ennesima sconfitta diplomatica, il re di Francia si rese conto come fosse più conveniente per lui attirare nella sua orbita il signore di Monaco e sottoscrisse pertanto con lui un’alleanza, oltre a concedergli una pensione annua di 500 lire. Il 20 febbraio 1512 Agostino e sua sorella Francesca, signora di Dolceacqua, dichiararono, con delle lettere patenti, che lui e i suoi predecessori erano stati sempre sotto la protezione del re di Francia, ricordarono che avevano dedicato corpo e anima al suo servizio e confermarono infine di accettare la tutela da lui concessa. Più tardi Agostino annunciò che, non contento di aver assegnato a Luciano la pensione di 500 lire, Luigi XII s’impegnò anche a elargire un compenso ai duecento soldati della guarnigione che presidiava la piazzaforte monegasca. 

Nel 1515 Luciano ottenne i diritti feudali su Mentone, detenuti dalla famiglia di Anna di Lascaris, contessa di Villars, che avrebbe poi trasmesso ai suoi legittimi successori fino alla Rivoluzione francese. Nel corso del suo regno restaurò e ingrandì il palazzo dei principi, che era stato gravemente danneggiato durante l’assedio delle truppe genovesi del 1507. Nel 1522 ricevette la visita di papa Adriano VI. Il 22 agosto 1523, mentre si trovava all’interno del suo palazzo, venne assassinato dal nipote Bartolomeo Doria, signore di Dolceacqua, figlio di sua sorella Francesca Grimaldi. Il suo corpo fu trascinato lungo le scale del palazzo e mostrato alla folla, che, inferocita, cacciò i Doria da Monaco. Il famoso ammiraglio Andrea Doria, cugino di Bartolomeo, sembra fosse stato messo al corrente delle intenzioni del nipote. Il suo presunto coinvolgimento nel delitto di Luciano sarebbe stata però il frutto di una serie di speculazioni e falsificazioni, basate esclusivamente sulla circostanza che egli si trovava quel giorno nel porto di Monaco con le proprie navi e che aveva ricevuto la notizia dell’accaduto solo da parte di Bartolomeo. Dopo la morte di Luciano, divenne signore di Monaco il figlio minore di quest’ultimo Onorato, col nome di Onorato I.

Questi, però, avendo solo nove mesi, fu sostituito provvisoriamente dallo zio Agostino Grimaldi, vescovo di Grasse e abate di Lerino, che lasciò la sua sede episcopale per assumere la reggenza di Monaco. Il suo primo obiettivo come reggente fu quello di punire gli assassini del fratello: mentre Andrea Doria avrebbe continuato a restare nella Rocca senza essere disturbato, il nipote Bartolomeo, esecutore materiale del misfatto, avrebbe cercato una riconciliazione con Agostino, che lo perdonò, ma non dimenticò mai l’offesa arrecata al congiunto. Misteriosamente Bartolomeo sarebbe morto di morte violenta qualche tempo dopo. Dopo che Monaco, durante il regno di Luciano si era posto sotto il protettorato del Regno di Francia, Agostino Grimaldi avrebbe orientato la sua politica verso il rivale del re di Francia Francesco I, ossia l’imperatore del Sacro Romano Impero e re di Spagna Carlo V. 

Il 7 giugno 1524 Agostino, proprio come reazione all’omicidio del fratello, stipulò con Carlo V il trattato di Burgos, che pose Monaco sotto il protettorato della Spagna, assicurando ai Grimaldi un appoggio politico, militare ed economico da parte della Spagna, con la promessa di ottenere in cambio concessioni e privilegi in favore della sua famiglia. In virtù del trattato di Burgos anche una guarnigione spagnola si sarebbe installata nella Rocca, a servizio dei Grimaldi, fino al 17 novembre 1641. I primi vantaggi del nuovo accordo Agostino li conseguì dal punto di vista personale, in quanto, essendo stato destituito dalle cariche religiose ricoperte in Francia, ottenne di essere nominato arcivescovo di Oristano in Sardegna, e vescovo di Maiorca. Tra i risultati più importanti della sua reggenza vi fu anche quello di aver ottenuto il riconoscimento della sovranità di Monaco grazie al trattato di Tordesillas, stipulato con Carlo V il 15 novembre  cambio, Agostino mise a disposizione della flotta spagnola il porto di Monaco e s’impegnò ad assecondare la politica diplomatica e militare del sovrano spagnolo. Il reggente di Monaco non avrebbe però potuto rallegrarsi a lungo del nuovo cambiamento di regime.

Non solo non ottenne tutte le condizioni che gli erano state promesse, ma dovette presto sostenere delle spese enormi a vantaggio di Carlo V, con nessun’altro beneficio che la soddisfazione del suo amor proprio. Il re di Spagna, che aveva proposto Agostino alla porpora cardinalizia, decise anche di recarsi a Monaco, il 5 agosto 1529, prima di raggiungere Bologna per esservi incoronato imperatore da papa Clemente VII, suggellando così definitivamente l’alleanza siglata con il signore di Monaco in virtù dei nuovi equilibri politici raggiunti nelle confinanti aree geografiche. Fino alla morte Agostino tentò tuttavia, senza successo, di tornare alla politica filo francese del suo predecessore, tanto che sembra sia stato avvelenato dai nemici del partito vicino al re di Francia.

Alla morte di Agostino, il 14 aprile 1532, essendo Onorato ancora in età minorile, venne scelto per lui un nuovo reggente nella persona di Nicola Grimaldi, che avrebbe regnato soltanto per nove giorni. Il 23 aprile 1532 fu nominato al suo posto lo zio di Onorato Stefano Grimaldi, noto, per le funzioni da lui assunte, con il nome di “Governante”, che sarebbe rimasto in carica fino al 16 dicembre 1540, ossia fino a quando Onorato non sarebbe entrato nel pieno delle sue funzioni dopo aver raggiunto la maggiore età.

Dal carattere molto autoritario, Stefano Grimaldi, nel corso della sua reggenza, sfuggì a diversi complotti e dispiegò tutte le sue energie per preservare, malgrado il protettorato spagnolo, l’indipendenza di Monaco. Rifiutò anche l’ingresso delle truppe spagnole all’interno della Rocca, ma accolse con entusiasmo papa Paolo III, che aveva raggiunto Nizza nel maggio 1538 per tentare di favorire una tregua tra Carlo V e Francesco I. Purtroppo, nonostante l’assegnazione a Onorato I del marchesato di Campagna nel Napoletano, Stefano non cessava di darsi da fare per ristabilire una situazione finanziaria messa in pericolo dai ritardi degli spagnoli nel pagamento dei sussidi pattuiti, dall’obbligo di mantenere in buono stato le galere monegasche, restaurare le fortificazioni e ricostruire gran parte del palazzo principesco.

A lui e a Onorato I si deve la realizzazione della torre di Tutti i Santi e del bastione di Serravalle, che sovrastano le pendici occidentali e settentrionali della Rocca in modo tale da conferirle l’aspetto di una fortezza quasi inespugnabile. Il regno di Onorato I, che viene ricordato anche per il suo grande coraggio, fu relativamente calmo e tranquillo. Onorato fu anche un protettore delle belle arti, tanto da far restaurare la chiesa di San Nicola. Durante il suo lungo regno furono inoltre edificate alcune tipiche abitazioni monegasche, caratterizzate da portali scolpiti con una tecnica che denota una particolare ricchezza da parte dei loro proprietari. Alla sua morte, il 7 ottobre 1581, gli successe il figlio maggiore Carlo, con il nome di Carlo II.

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A LUGLIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium