Le seconde case, in Francia, sembrano essere un affare riservato, per lo più, ad ultrasessantenni: l’INSEE, l’equivalente dell’Istat italiana, ha analizzato proprietà, tenori di vita e provenienze e ne emerge un’interessante e forse inattesa panoramica.
Emerge che nei Dipartimenti delle Alpi Marittime e del Var il 79% delle seconde case é di proprietà di persone di età pari o superiore a 60 anni.
Percentuale destinata a crescere ancora di più in Corsica dove il 30% di tutte le abitazioni é costituito da abitazioni secondarie.
Il tenore vita é proporzionale alla distanza fra la seconda abitazione e quella principale e la casa secondaria, nella fascia 60/80 anni, tende a sostituire la prima per la durata dei soggiorni.
Nelle regioni leader per il turismo (Paesi Baschi, Var, Alpi Marittime, Bretagna, Linguadoca) le seconde abitazioni sono possedute per il 34% da persone con un reddito al di sopra dello standard medio e che provengono da residenze poste, mediamente, oltre le 3 ore di viaggio.
Questa percentuale raggiunge il 66% quando si prendono in considerazione i soli Dipartimenti delle Alpi Marittime e del Var.
Man mano che scende il reddito disponibile le seconde case si avvicinano, per distanza, a quella principale e scendono i dati percentuali: solo il 3% dei francesi che dichiara un reddito inferiore alla media possiede una seconda abitazione che, in media, si trova a meno di 40 minuti dalla principale.
I proprietari di seconde case, sono, infine, oltre il 10% stranieri, percentuale che cresce man mano che si avvicina a zone di frontiera.
Alcune città sono da considerarsi come “riservate” a chi dichiara un alto reddito: la principale é Saint Tropez dove il 50% dell’intero patrimonio immobiliare é detenuto da persone con un reddito superiore alla media.
Va da sé che il valore immobiliare presenta criteri molto simili.
Infine un dato assoluto: il numero di seconde abitazioni in Francia è di 2,2 milioni, il 60% di esse si trova in territori costieri o di alta montagna.