Altre notizie - 05 settembre 2022, 07:00

Strage della Promenade: si apre oggi a Parigi il processo. Otto gli imputati

L’atto terroristico costò la vita a 86 persone e provocò circa 450 feriti, saranno 1600 le parti civili. Chi sono e cosa rischiano gli imputati

Il camion bianco la sera della strage sulla Promenade

Si apre oggi, lunedì 5 settembre 2022, davanti alla Cour d’Assises Spéciale di Parigi il processo contro 8 persone, sette uomini ed una donna, accusati di aver in qualche maniera partecipato alla preparazione dell’attentato che ebbe luogo il 14 luglio 2016 sulla Promenade des Anglais.

L’atto terroristico costò la vita a 86 persone e provocò circa 450 feriti.
Il processo avrà luogo nel medesimo luogo ove si sta svolgendo quello relativo agli attentati di Parigi: saranno 1.600 le parti civili che si costituiranno, rappresentate da un corposo stuolo di avvocati.
Il processo dovrebbe durare fino a dicembre.

L’autore principale dell’attentato, Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, che era alla guida del camion bianco che provocò la strage, era stato abbattuto dalle forze di polizia davanti al Palais de la Méditerranée: video camere, testimonianze, foto, messaggi telefonici e filmati hanno consentito di ricostruire i drammatici momenti della folle e criminale corsa del camion bianco iniziata all’altezza dell’Ospedale Lenval e bloccata dalle forze dell’ordine davanti al Palais de la Méditerranée dopo aver percorso 1.850 metri.

Degli otto imputati, tre sono in stato di detenzione, uno sarebbe incarcerato in Tunisia e gli altri quattro godono di regimi di libertà sotto controllo giudiziario.

Chi sono gli imputati, di cosa rispondono e quanto rischiano se ritenuti colpevoli?

Mohamed Ghraieb, nato nel 1976 in Tunisia, rischia dai 20 anni ai 30 di carcere.
E’ accusato di aver preso parte alla ricerca del camion bianco e di averlo “collaudato”, cinque giorni prima della strage, viaggiando a bordo del mezzo a fianco di Mohamed Lahouaiej-Bouhlel. Sarebbe inchiodato da una fotografia. Si presentò alle forze di polizia il giorno dopo la strage.

Chokri Chafroud, nato nel 1979 in Tunisia, rischia dai 20 ai 30 anni di carcere.
Arrestato tre giorni dopo la strage è accusato di partecipazione ad organizzazione terroristica e di aver viaggiato a bordo del camion alcuni giorni prima della strage: testimonianze attesterebbero la sua presenza a bordo del camion, a fianco dell’autore della strage, il 12 luglio 2016 sul Quai des Etats Unis e sulla Promenade des Anglais. Pare abbia anche aiutato il terrorista a trovare una pistola: ad attestarlo dei messaggi trovato sul suo telefono.

Ramzi Arefa, nizzardo di nazionalità franco-tunisina, nato nel 1994 rischia dai 20 ai 30 di carcere.
Dovrà rispondere di diverse imputazioni tra le quali aver fatto parte dell’organizzazione terroristica partecipando all’organizzazione dell’attentato, di aver cercato le armi, di aver fornito la pistola automatica trovata sul camion e di aver detenuto in casa un kalashnikov. Ad inchiodarlo anche alcuni messaggi sul telefono.

Artan Henaj nato nel 1970 in Albania, rischia 10 anni di carcere.
E’ accusato di aver cercato delle armi su richiesta dell’autore della strage e di averne fornite due (la pistola e il kalashnikov) a Ramzi Arefa.

Enkeledja Zace, nata in Albania nel 1974, rischia 10 anni di carcere.
E’ la compagna di Artan Henaj, è accusata di essere stata presente alla consegna delle armi. Deve rispondere delle medesime imputazioni del suo compagno.

Maksim Celaj, nato in Albania nel 1992, rischia 10 anni di carcere.
È accusato di aver preso parte, assieme con Artan Henaj, Endri Elezi e Adriatik Elezi (deceduto) alla preparazione delle armi e di aver detenuto il kalashnikov ceduto a Ramzi Arefa.

Endri Elezi, nato in Albania nel 1993. Rischia 5 anni di carcere.
Arrestato in Italia da dove è stato estradato in Francia è accusato della detenzione di armi da guerra, in particolare della pistola semiautomatica e del kalashnikov. Della stessa imputazione era pure accusato il cugino Adriatik Elezi deceduto nel 2018.

Brahim Tritrou, nato in Tunisia nel 1985. Rischia 5 anni di carcere.
E’ accusato di aver agito da tramite per la fornitura delle armi tra Ramzi Arefa e Artan Henaj.
Non sarà presente al processo, sarà giudicato in contumacia. Su di lui pende un mandato di arresto internazionale e il suo avvocato ha dichiarato che sarebbe detenuto in Tunisia.

Il processo dovrebbe concludersi entro fine anno: nella settimana dal 12 al 16 dicembre 2022 dovrebbero intervenire gli imputati con le loro dichiarazioni prima che la corte si ritiri per il verdetto.

 


Beppe Tassone