Altre notizie - 10 giugno 2023, 07:00

Sostanze adattogene: potenti rimedi naturali

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Nello scorso articolo vi ho parlato dello stress cronico e del “carico allostatico” e di quanto entrambi logorino l’organismo, mantenendolo in uno stato infiammatorio che, nel tempo, riesce a modificare non solo il metabolismo, ma anche le funzioni neuro-cognitive.

Oggi parliamo degli “strumenti” che la natura ci mette a disposizione per riuscire a sostenere il nostro organismo in condizioni stressogene. Sono chiamate sostanze “adattogene” perché contrastano le alterazioni psicofisiche, limitando il rischio di malattia.

Gli adattogeni hanno un'azione tonica e sono in grado di ripristinare l'equilibrio (omeostasi) a vari livelli e per questo sono considerati, dalla stessa PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia), sostanze in grado di migliorare la funzione dei sistemi di regolazione e di correzione che possono predisporre allo sviluppo di patologie infiammatorie e croniche. L'omeostasi è l'insieme dei meccanismi di autocorrezione e recupero messi in atto dall'organismo per ripristinare gli equilibri interni persi.

Tutto ciò che va a alterare, manipolare, infastidire la nostra fisiologia va anche a ridurre il potenziale del nostro corpo di recuperare lo stato di salute. Il termine adattogeno fu coniato per la prima volta nel 1947 da Nikolai Lazarev, un medico e scienziato sovietico. Da allora, negli anni, la ricerca scientifica sugli adattogeni è proseguita, confermandone una reale azione di riequilibrio e potenziamento dell’intero sistema corporeo.

Oggi, gli adattogeni sono definiti quelle sostanze non tossiche per l'organismo che non hanno proprietà farmacologiche specifiche, ma che aumentano la resistenza aspecifica a fattori di stress biologici, chimici e fisici, esercitando un'azione di regolazione dell'organismo con effetto normalizzante dei vari organi e sistemi. Per essere considerate tali, essi devono possedere delle specifiche caratteristiche: devono aumentare le performance fisiche, mentali e cognitive; non devono deprimere le risorse energetiche ed avere effetti collaterali; non devono creare astinenza.

Inoltre, devono essere sicure e favorire il recupero da stati patologici di diversa natura. Infine, devono ridurre i danni indotti dallo stress, migliorando i tempi di recupero e la capacità di reazione agli agenti stressogeni come le infezioni, gli stati depressivi, le astenie, le intossicazioni alimentari che costituiscono il nostro “carico allostatico”.

Queste sostanze sono in grado di potenziare la nostra capacità adattativa che consente al nostro corpo di mantenersi stabile attraverso il cambiamento. Una capacità che potremmo definire un “dinamismo adattativo messo in atto in risposta allo stress”. Tutto questo sistema ha come obbiettivo primario il mantenimento dell’omeostasi, alla cui base vige una regola molto importante: “Meglio fuori che dentro!”. Cosa vuol dire? Tutto ciò che non serve al nostro organismo o ne costituisce una tossina o un veleno deve assolutamente essere eliminato, perché tutto ciò che ristagna all'interno, a lungo andare, favorisce lo sviluppo di condizioni patologiche che nel tempo possono cronicizzare. Immaginate di svegliarvi un mattino con una eruzione cutanea, magari a livello inguinale o sul tronco.

Certo possono essere molteplici le cause (disbiosi, intolleranza alimentare, stasi linfatica, contatto o inalazione di una sostanza velenosa), ma indipendentemente dalla causa che ha scatenato il sintomo a livello cutaneo, una cosa è sicura: il vostro organismo sta “tirando fuori”. Ha messo cioè in atto una modalità per liberarsi dalle tossine che lo stanno infiammando.

In poche parole, in presenza di un sovraccarico tossico è come se l'organismo attivasse una valvola di sfogo aggiuntiva, in questo caso, la pelle, un organo emuntore secondario che corre in aiuto del fegato, dell'intestino, dei polmoni o dei reni che sono organi emuntori primari. Il problema è che, a lungo andare, i meccanismi compensativi, come quello che vi ho descritto, possono sviluppare e favorire patologie, in quanto rappresentano condizioni stressogene per l'organismo. Ecco perché diventa fondamentale, in particolari momenti della nostra vita, ricorrere a queste sostanze, sotto il consiglio mirato di uno specialista del settore (Naturopata).

Tra tutte le piante adattogene che mi capita di consigliare con più frequenza, vi segnalo la Rhodiola rosea, tradizionalmente impiegata nella medicina popolare siberiana per potenziare le difese immunitarie. La principale caratteristica della Rhodiola è la sua efficacia nel sostenere l'organismo nelle fasi di cambiamento, conferendogli forza e resistenza di fronte agli stimoli esterni.

I suoi principi attivi, contenuti soprattutto nella radice, sono in grado di migliorare la risposta alla fatica e la capacità di adattamento, agendo sia sulla sfera fisica che su quella mentale. Sul piano fisico la Rhodiola ha effetti anabolici, cioè di costruzione e accrescimento della massa muscolare e accelera il recupero dell'organismo sottoposto a sforzi fisici o eventi stressanti.

Invece, dal punto di vista psico-emozionale intensifica la memoria, la concentrazione e la lucidità mentale. È molto efficace per migliorare il tono dell'umore. È un valido aiuto in caso di stati depressivi o ansiogeni, in quanto i suoi principi attivi aiutano a regolare i livelli di due fondamentali neurotrasmettitori del buon umore: serotonina e noradrenalina.

Questa pianta è utile anche in caso di fame nervosa, grazie ai suoi effetti distensivi e riequilibranti del sistema neuroendocrino. Inoltre, stimola anche alcune lipasi, enzimi implicati nel metabolismo dei grassi, che vengono così mobilizzati dai pannicoli adiposi e trasformati in "combustibile" per produrre energia, favorendo la perdita di peso. Un’altra pianta che spesso consiglio nei miei consulti naturopatici è l’Ashwagandha o Withania Somnifera (Ginseng indiano), una pianta molto utilizzata nella medicina Ayurvedica, la medicina tradizionale indiana. I suoi principi attivi (withanolidi) sono concentrati nella radice e hanno soprattutto proprietà toniche e adattogene, ma anche interessantissimi effetti antinfiammatori e antidolorifici.

Queste proprietà sono state confermate dalla moderna ricerca scientifica anche con studi clinici sull'uomo. Senza entrare nello specifico di ogni caso (perché ogni percorso terapeutico deve essere valutato “ad personam”) il Ginseng indiano aiuta a contrastare ansia e nervosismo, a migliorare memoriaconcentrazione e attenzione, a combattere stanchezza, debilitazione insonnia, senza gli effetti indesiderati che talvolta possono avere altri stimolanti.

L'Ashwagandha non irrita le mucose gastriche e può essere assunta da chi soffre di dolori muscolo-scheletrici, artrite e problemi reumatici e nel contempo anche di reflusso gastroesofageo e gastrite. Un altro eccezionale “alimento adattogeno” che consumo io stessa in diversi periodi dell’anno è l’alga Klamath, una microalga del lago omonimo, che fa parte della grande famiglia delle microalghe verdi azzurre. Essa è molto efficace, in quanto contiene naturalmente tutti i nutrienti più importanti di cui le nostre cellule hanno bisogno. Potremmo definirla: un potente ricostituente naturale.

Quest’alga contiene lo spettro completo di vitamine naturali, sali minerali, oligoelementi, aminoacidi e proteine ad alta assimilabilità, acidi grassi essenziali, clorofilla, antiossidanti, polifenoli, polisaccaridi immunomodulanti, ficocianine antinfiammatorie. Tutti principi attivi che stimolano il fisiologico recupero dell’organismo e che potenziano la sua capacità riparativa e rigeneratrice.

Nello specifico, la Klamath esplica una azione diretta sulla permeabilità intestinale; inibisce i processi neurodegenerativi; combatte lo stress psicofisico; svolge una importantissima funzione immunoregolatrice e, come tutte le piante adattogene, aiuta a regolarizzare e a normalizzare il livello di cortisolo, l'ormone dello stress che, se mantenuto costantemente in circolo, può condannare il nostro organismo a un pericoloso logorio. Ne ho citate solo tre, ma in realtà sono molte le piante/sostanze adattogene che la natura ci mette a disposizione.

Dalla gelida Siberia all’affascinante India, fino alle acque incontaminate del lago vulcanico in Oregon, ogni angolo incontaminato del nostro pianeta è una risorsa preziosa per il nostro stato di salute.

Redazione