Altre notizie - 15 agosto 2023, 17:00

L’altra Nizza: i contrasti evidenti di una città che é capitale del turismo e quarta città francese per numero di poveri (Foto)

Sono quasi ottantamila i poveri di Nizza: anziani soli, lavoratori a basso salario o malati non ospedalizzati che rinunciano alle cure. Non sono contabilizzati i clochard e i migranti che non sono residenti

Malessere sociale a Nizza

Il malessere a Nizza è evidente, soprattutto nelle prime ore del mattino quando, chi passeggia in una città che si sta risvegliando, s’imbatte, oltre che in tanta gente che corre, cammina, compie esercizi fisici o porta a passeggio il cane, anche in tantissime persone che dormono sdraiati su una panchina o sotto le arcate delle Ponchettes, in spiaggia o negli androni delle case.

È solo l’immagine più evidente e più appariscente di una città che, con i suoi 74 mila abitanti (dato del 2021) che vivono “sotto soglia” di povertà, è la quarta di Francia per la presenza di residenti “in difficoltà”, preceduta solo da Parigi (309 mila), Marsiglia (210 mila) e Tolosa (98 mila).

 

La “soglia di povertà, oltre tutto, non è poi bassissima: per una persona che vive da sola è di 900 euro il mese.
Non stupisce, così, che Secours Populaire des Alpes-Maritimes, l’associazione di volontari che si occupa dell’assistenza e dell’alimentazione delle persone in difficoltà economica o marginalizzate, dichiari, per quest’estate, una crescita del 30% nelle richieste di assistenza.

Il Dipartimento delle Alpi Marittime è uno di quelli a “maggior reddito” della Francia, ma questo non è sufficiente ad impedire che il numero di quanti non usufruiscono dei vantaggi del “bien vivre”, anzi che ogni giorno hanno necessità di ricorrere all’aiuto dei volontari dell’assistenza, cresca esponenzialmente.

In termini reali sono 20 mila persone in più quelle che, quest’estate, si sono rivolte, ogni giorno, a Secours Populaire des Alpes-Maritimes, mettendone in difficoltà le strutture.

 

Ventimila “nuove” persone che sono soprattutto anziani soli, lavoratori a basso salario che non riescono a far fronte alle esigenze minime dopo aver pagato pigione e bollette, malati non ospedalizzati che rinunciano alle cure.
Nulla a che vedere con clochard e migranti che, non essendo residenti, non rientrano nei 74 mila abitanti in difficoltà, si tratta di persone che le vicende della vita hanno marginalizzato e che si trovano a far fronte ad una situazione prima sconosciuta.

La cessazione di alcuni aiuti, decisa dalla Prefettura, nei confronti dei richiedenti asilo, l’assenza di volontari “storici” che sono in vacanza sono altri elementi che accrescono il disagio, proprio mentre le città e i villaggi del Sud Est francese sono in piena stagione estiva, invasi dai turisti e “con la musica al massimo” per assicurare divertimento e svago.

 

L’immagine dei ristoranti pieni e dei clochard che dormono su un cartone delinea il contrasto tra “bien vivre” e povertà e richiede un intervento.

Per questo Secours Populaire cerca di correre ai ripari cercando aiuti e nuovi volontari: l’impressione che hanno i suoi analisti e che il disagio continuerà a crescere anche nei prossimi mesi.

 

L’inflazione, per quanto concerne il comparto alimentare, relativamente ai prodotti commercializzati dalla grande distribuzione, secondo i dati INSEE, ha fatto crescere i prezzi del 13,8% ed eroso salari e pensioni.

Così la Côte d'Azur si scopre anche terra di contrasti sociali, monito evidente di una società non in grado di condividere le risorse e che, nello spazio minimo di poche strade, si muta la propria pelle: dietro gli sfarzosi lungo mare in altre strade, poco distanti, il disagio si fa evidente.  




Beppe Tassone