Immobiliare - 08 novembre 2023, 08:00

Ma quanto mi costi? Quando le “spese generali” crescono esageratamente

Ogni mercoledì Montecarlonews dedica un articolo al settore immobiliare, perché essere informati è meglio. Una rubrica al “vostro servizio”

Quando si decide di dare un’occhiata un poco più approfondita ai conti dell’esercizio precedente presentati dal Syndic in occasione dell’assemblea generale della comproprietà, si rischia di fare un balzo sulla sedia.

A volte gli “optional” pesano enormemente di più del compenso stesso assicurato all’amministratore condominiale e fanno lievitare i costi generali in modo più che sensibile.

Cosa succede?
Semplice: il contratto di affidamento dell’incarico al Syndic, approvato dall’assemblea generale, di solito prevede una serie di spese aggiuntive che sono in grado di ampliare i costi in modo quasi “automatico”.

Esame di pratiche che richiedono maggior approfondimento, assistenza ai lavori che sono stati votati dall’assemblea, partecipazione ai consigli sindacali e all’assemblea generale, spese per l’invio della documentazione non sono che un esempio di questi “optional”.

Nulla di irregolare, tutto inserito nel contratto di affidamento, ma spese che incidono sui costi complessivi della comproprietà.

Che fare?
La legge Elan dell’ottobre 2019 impone l’obbligo della messa in concorrenza dell’incarico di amministratore ogni qual volta occorre rinnovare l’incarico.
In pratica “sarebbe” necessario presentare in assemblea più offerte (almeno un’altra in ogni caso) per l’incarico di amministratore: una norma che, peraltro, non rende nullo l’incarico se questo non avviene.

Ogni comproprietario ha peraltro il diritto di presentare un’offerta alternativa e chiedere (nei tempi previsti) che sia inserita nell’ordine del giorno, discussa e votata in assemblea.

La messa in concorrenza pare l’unica strada praticabile per ridurre i costi aggiuntivi di quanto dovuto al Syndic, invitandolo ad essere morigerato nelle pretese, per ottenere la conferma.


Beppe Tassone