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Business | 17 novembre 2023, 12:29

Lavoratori frontalieri nel Principato di Monaco, Francia batte Italia 10-0

Il motivo principale è la scarsa conoscenza del francese, indispensabile per chi vuol lavorare a Monaco. Inoltre la legge sul tele-lavoro, richiesto per i nuovi assunti, nel Bel Paese giace ancora in Senato

Un punto di frontiera franco-monegasco

Un punto di frontiera franco-monegasco

Sono sempre di più i lavoratori che di mattino varcano la frontiera per venire a lavorare nel Principato di Monaco e tornare nelle loro abitazioni a fine giornata, in Francia e Italia.

La differenza dei salariati tra i due paesi resta però notevole: i frontalieri francesi occupati a Monaco sono 43.710, con un incremento dieci volte superiore rispetto a chi arriva dall'Italia, per lo più da Ventimiglia e zone limitrofe.

Quelli italiani sono 4.751, con un incremento rispetto l'anno scorso di 186 unità. In tutto, gli italiani che lavorano a Monaco, compresi  quelli che abitano in Francia o nel Principato stesso ammontano a 8.533 unità. 

Un distacco enorme, 10 volte maggiore in favore dei francesi.

Quali la ragioni per una differenza tanto grande? Principalmente la conoscenza della lingua francese, indispensabile per chi intende lavorare nel Principato. 

Non è un caso che uno dei cavalli di battaglia nell'ultimo periodo del sindaco di Ventimiglia Flavio di Muro sia l'introduzione del bilinguismo nelle scuole della città di confine. Il primo cittadino ha scritto una lettera al ministro dell'Istruzione Valditara nella quale rimarca le ragioni della richiesta ed alla sua istanza si è unito ora anche il consigliere comuìnale ed esponente della Fai Roberto Parodi.

Oltre alla scarsa conoscenza della lingua, a giocare a sfavore dei frontalieri italiani è però anche la legislazione sullo smart working. Se in Francia il tele lavoro è una realtà rodata e legislativamente avviata, nel bel Paese la legge in materia giace ancora in Parlamento per i soliti problemi burocratici. Manca un passaggio in Senato, con l’accordo che dovrebbe poi passare al Quirinale. In ogni caso non entro la fine dell'anno.

Cesare Mandrile

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