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Altre notizie | 04 dicembre 2023, 07:55

Breil sur-Roya, la casetta dei sogni si trasforma in un incubo: la storia di Brenda, che si oppone invano ai cacciatori

La signora, nata in Austria e sales manager per anni nel Principato di Monaco, nel 2007 compra la paradisiaca proprietà in Val Roya ma tra vessazioni, minacce e vandalismi cominciano i guai. Lei denuncia, ma è tutto archiviato: "Vogliono appropriarsi dei terreni portandomi allo sfinimento"

La piccola casetta di Brenda sulle alture di Breil sur-Roya

La piccola casetta di Brenda sulle alture di Breil sur-Roya

Brenda, nome di fantasia, è una donna battagliera. Nata in Austria ha girato mezza Europa, Italia compresa. Ha lavorato gran parte della sua vita nel turismo e per quasi 10 anni è stata Sales Manager e Direttrice Vendite in uno dei più lussuosi Hotel del Principato di Monaco.

Brenda parla 4 lingue (tedesco, inglese, francese, italiano) ed un giorno di dicembre di 7 anni fa decide di comprarsi una piccola casetta a Breil sur-Roya, in val Roya: "È meravigliosa - racconta -. Le Alpi Marittime sono bellissime e con viste  mozzafiato. Mi piace tanto questa regione". 

La proprietà è enorme, immersa in 9000m² di uliveto. Un terreno che Brenda vorrebbe coltivare quando avrà raggiunto in pensione. La casa dei suoi sogni, insomma. Che, però, sembra essersi trasformato in un incubo.

"Mi sono trovata sin dall'inizio con tanti problemi da affrontare e ormai la situazione è cronica - racconta, descrivendo un quadro inquietante -. Mi sono scontrata con i cacciatori della zona che da sempre sono abituati a fare il bello e cattivo tempo, a loro piacimento. Il terreno, anche se non è recintato, resta comunque una proprietà privata che i cacciatori hanno da subito violato effettuando le loro battute nell'uliveto e nei dintorni della casa".

Secondo quanto racconta Brenda, la diatriba è sfociata anche in atti di violenza nei suoi confronti: "Nel novembre del 2007, nonostante la mia opposizione ufficiale con una lettera, ho subito una battuta di caccia con spari di arma pesante solo a qualche metro da casa. Mi trovavo 3 metri davanti all'abitazione, ho urlato terrorizzata e chiamato la Gendarmerie, ma nessuno e intervenuto".

Brenda decide allora di passare al contrattacco e nel 2020 diventa Membro ASPAS, un'Associazione francese anticaccia. Da quel momento, sempre secondo il suo racconto, è bersaglio non più soltanto dei cacciatori ma anche dei vicini di casa: "Sono sorvegliata da vicini e da alcuni dipendenti SNCF in stazione. Sanno quando parto e quando arrivo e nel gennaio scorso  un uomo mi ha persino seguita fino a fuori la stazione verso il parcheggio per assicurarsi che ero io e poi allertare i cacciatori seduti al Bar della stazione".

Con i vicini non andrebbe meglio: "Mi hanno aggredita verbalmente nel 2018: «Garce, rentre chez toi, tu n'est pas d'ici », e ancora «la dernière fois les chasseurs t'ont manqué de 3 metres, la prochaine fois, j'espère que tu vas prendre la balle dans la tête ».

Ovviamente Brenda denuncia tutto alle autorità competenti: "Tutte archiviate - racconta - La Gendarmerie non è mai intervenuta, né durante le aggressioni, né per i cacciatori: "Mais nous, on n'intervient pas avec les Chasseurs", e " Mais nous on n'intervient pas dans votre Quartier". 

"Troppo facile - dice -Cosi non devono constatare niente". Le denunce sono state archiviate: "Non-lieu ".

Delusa e stressata decide di mettere la casa in vendita, ma l'agente immobiliare di Mentone al quale affida il mandato di vendita ad un certo punto desiste. Brenda sembra non avere dubbi circa la motivazione: "È stato intimidito".

Qualche possibile acquirente comunque nel frattempo si fa avanti, ma l'affare non viene mai perfezionato: "Tutti terrorizzati e traumatizzati".

Nel frattempo i problemi si moltiplicano: "Mi hanno tagliato l'accesso alla strada. Avrei un passaggio pedonale con il quale impiegherei 5 minuti a piedi per arrivare a casa, quello del Chemin Communal de Medja Sola, ma hanno recintato completamente la strada per impedirmi di accedervi e ora devo camminare per un'ora da Breil oppure passare da un'altra strada comunale".

Arrivano i vandalismi sul terreno: "Mi hanno sradicato un albero di cachi e divelto delle recinzioni. Subisco almeno due o tre atti vandalici ogni anno".

Out anche l'acqua: "Me l'hanno tagliata. Nelle mie vicinanze passa un canale d'irrigazione (ASA, Associazione Syndicale Canal de Bancao) che fornisce acqua ai residenti del Quartiere. Tutti, tranne me! C'è uno spreco d'acqua da parte di alcuni residenti, ma allo stesso tempo a me dicono che non ho il diritto all'acqua potabile perché non sarebbe indicato nell'atto notarile". 

Brenda assicura che non è così: "Ho indagato al Catasto e all'Hypotheques di Nizza e nessuno ha indicato il «diritto» d'acqua nell'atto notarile negli ultimi 30-50 anni. Ne ho le prove. Tutto ciò è discriminazione, razzismo e speculazione sul mio terreno e sulla casa, oltre che un pretesto per togliermi ciò che dovrebbe essere un diritto fondamentale".

Oltre che alle Forze di Polizia, si è rivolta anche al primo cittadino di Breil sur-Roya, Sébastien Olharan: "Il Sindaco Olharan è sempre stato gentile con me, ma preferisce far finta di niente. Lui comunque ha ereditato questa «tradizione» da una malagestione delle amministrazioni precedenti e immagino che faccia fatica a cambiare questi comportamenti installati da decenni".

Ma perché questo accanimento contro Brenda?

Secondo lei il motivo sarebbe uno solo: "Una speculazione immobiliare alla saputa di tutti per appropriarsi di case e terreni gratuitamente, togliendo i servizi fondamentali : acqua, accesso alla strada, aggredendo i proprietari fino al loro esaurimento (vandalismo, furto, aggressioni, etc) per fare si che abbandonino casa e terreno".

Questo il suo punto di vista. Noi abbiamo provato a contattare il sindaco di Breil sur-Roya, Sébastien Olharan, tramite una mail inviata in Comune, alla quale però non abbiamo avuto risposta. Restiamo comunque a disposizione di chiunque voglia far sentire la propria versione. La classica "altra campana", insomma.

Cesare Mandrile

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