Palawan è una destinazione che ho avuto la fortuna di scoprire e di visitare, un’isola dal fascino nascosto, nel continente asiatico. Siamo alle Filippine in una terra sorprendente e ricca di natura, una meta di viaggio scelta in maniera stravagante, dove non è ancora arrivato il turismo di massa e la popolazione locale sorride. Tutta “colpa” della CASA DI CARTA. Come molti di voi ho seguito la famosa serie spagnola dove, alla fine della seconda stagione, si racconta di questo paradiso come fuga perfetta per il Professore; la curiosità mi ha condotto esattamente laggiù, ad oriente oltre la via della seta.
Due settimane, volo incluso, sono indispensabili per visitarla e godere delle sue bellezze naturali. Il viaggio inizia con Emirates : Nizza > Dubai > Cebu > Puerto Princesa. Tante ore di volo, due scali impegnativi ma il desiderio di arrivare è grande e le comode poltrone dell’aereo fanno il resto, appena atterrato prendo un taxi diretto in centro città. Puerto Princesa, con la sua posizione strategica, è decisamente un ottimo punto di partenza per l’esplorazione e perciò mi fermo una notte. Passeggiata sul lungomare e cena abbondante: pollo allo spiedo, riso e verdure locali. La stanchezza si fa sentire quindi procedo verso l’alloggio, si tratta di una stanza in abitazione privata; mi accoglie una famiglia filippina riservata e dai modi gentili, salgo al piano di sopra e sogni d’oro.
Comincia l’avventura. La mattina seguente prenoto un mezzo locale per raggiungere l’estremo nord dell’isola, pulmino da 7 posti con gli zaini stipati e un pilota al volante di nome Adrian. Lasciamo la città e la vegetazione esplode con il suoi colori accesi, il paesaggio è selvaggio mentre la strada diventa sempre più stretta e dopo circa tre ore di viaggio facciamo una sosta all’autogrill locale: servizio a buffet modesto ma dignitoso e acquazzone improvviso, siamo a metà strada. In tarda serata arriviamo finalmente a destinazione e passeggiando per il centro noto diversi negozi dove gli articoli più venduti sono : sacca impermeabile da barca e scarpette da scoglio. Sono curioso e chiedo la motivazione, la risposta è perentoria : you need it ( trad. ne hai bisogno ) mi fido, acquisto e devo dire che sono stati utilissimi !
Prossimo passo visitare le isolette della Bacuit Bay, ore 9 partenza del tour in barca. Il mio sorriso naviga nelle acque calme di questo paradiso tropicale e il cuore è leggero, pronto ad incontrare la natura selvaggia, mentre lo scafo sfiora l’acqua con delicatezza e il cielo azzurro illumina la rotta. Lasciamo l’imbarcazione principale e saliamo su piccole canoe per entrare nella Big Lagoon, i colori diventano opachi e il silenzio prende il sopravvento. Il fondale trasparente e sempre meno profondo si rivela maestoso, tra piante sottomarine e banchi di pesci dalle mille sfumature. Chiudo gli occhi e li riapro, sono qui davvero e non vorrei essere altrove. Il tempo corre veloce è ora di rientrare, prossima fermata Secret beach; una piccola baia con una lingua sottile di sabbia dove le rocce a picco sul mare sono la porta d’accesso. Una grande emozione immergersi e trovare dall’altra parte un lembo di terra nascosto, un piccolo giardino dell’eden dove farsi coccolare dal panorama mozzafiato. La GoPro registra un mondo sottomarino incontaminato e ricco di biodiversità, il cuore sorride e l’anima si nutre di meraviglia quando un piccolo squalo attraversa la baia. Continua il tour con Helicopter Island di nome e di fatto, si tratta di un piccolo isolotto a forma di elicottero : sensuale, verdissimo e decisamente inaspettato. I ragazzi della barca hanno preparato un pranzo al sacco a base di pesce fresco, riso e birra locale; cosa chiedere di meglio? Nulla ! Ho come la sensazione che questa piccola isola sia atterrata qui in questo luogo, da qualche pianeta lontano. Un po’ di frutta come dessert e pronti a ripartire direzione barriera corallina, campionato mondiale di snorkeling.
Ora un paio di giorni in relax con ingredienti semplici :
musica, buona cucina e cocktail di frutta.
Prima di lasciare El Nido con un TUC-TUC motorizzato andiamo alla scoperta di un’altra perla situata a pochi km, Las Cabanas Beach, per accedervi si attraversa a piedi un centro commerciale. Decisamente insolito ma anche pittoresco se vogliamo. Una lunga spiaggia ricca di piccoli hotel e ristoranti, famosa soprattutto per il tramonto e per la zip line a picco sul mare. Esperienza incredibile, una giornata volata via in fretta, iniziata con un piatto di polpo gustosissimo e conclusa con il volo sull’acqua.
Zaino in spalla si riparte con un bus collettivo, direzione centro dell’isola, dopo 5 ore arrivo all’Underground River. Il fiume sotterraneo navigabile più lungo al mondo che ha scavato il suo corso per 8 Km, lo scenario è pazzesco tra rocce calcaree e grotte di stalagmiti, è annoverato tra le 7 meraviglie naturali del nuovo mondo. In barca conosco Tasia, una ragazza tedesca che nel suo anno sabbatico sta facendo il giro del mondo; amo chiamarli incontri inaspettati e credo siano la ciliegina sulla torta, quando ti trovi dall’altra parte del mondo. La ragazza arriva dalla Thailandia e proseguirà per le Isole Fiji per terminare il suo lungo viaggio in Cile, attraversando tutto il pacifico a piccole tappe. In serata rientro con pulmino a Puerto Princesa e domani nuova avventura.
Direzione estremo sud, arcipelago di Balabac, partenza all’alba con trasferimento terrestre al Porto di Bataraza dove ci attende una barca e dopo circa 7 ore di viaggio ecco il Paradiso. Un’arcipelago quasi disabitato dove la parola turismo risuona lontana, piccole isolette private dove la sussistenza è una protagonista affascinante. Paesaggi da serie tv uniti ad una gentilezza discreta sono gli ingredienti per vivere al naturale, sconnessi dal nostro mondo così caotico. Piccole capanne come alloggi, bagni condivisi cosi come il cibo, palme da cocco e luna piena a farmi compagnia la sera. Un mare come alle Maldive prime della colonizzazione dei resort, un cielo stellato da brivido e soprattutto il silenzio assoluto. Piatto tipico il Lechòn , un maialino da latte cotto intero servito con riso e frutti di mare, assolutamente strepitoso .
Erano previste tre notti ma sono diventate cinque, tutta “colpa” di Ramon. Un uomo saggio, ben curato, gentile ed elegante soprattutto l’incontro umano che vale il viaggio. Ex agronomo in pensione e proprietario dell’isola non è stato sedotto dai dollari delle grandi compagnie che volevano costruire un resort, resiste, fiero dell’eredità di famiglia. La sera raccontava della sua vita, dei suoi sogni per il futuro e del suo paese con il sorriso, davanti ad un bicchiere di Fundador in riva al mare. Quest’uomo mi ha insegnato che sognare non ha età e il segreto è restare sempre incuriositi dal mondo, ogni giorno della nostra vita. Il viaggio volge al termine rientro a Puerto Princesa, ultima notte e domani si torna in Italia.
Il professore della CASA DI CARTA, dopo il furto alla zecca di stato, non poteva scegliere luogo più ideale per una fuga. Il mio consiglio è fatelo anche voi senza rapinare nessuno, il vero tesoro è qui che vi aspetta.
IN & OUT PALAWAN
porta con te
- un quaderno e una penna
- una dry bag ti sarà utile
- delle monete per Ramon, le colleziona
Lascia a casa
- la borraccia, meglio bere acqua sigillata
- la voglia di spaghetti
- I problemi, qui non sono necessari
Ringrazio il mio compagno di viaggio Giorgio Montanari
Valutazione : 4 ZAINI
Legenda:
1 zaino (meglio andarci in vacanza )
2 zaini (merita il viaggio ma)
3 zaini (vale il viaggio)
4 zaini (viaggio da non perdere)
5 zaini (vale più di un viaggio)