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Politica | 30 giugno 2024, 07:00

Oggi si vota, la Francia ad un bivio: quale sentimento prevarrà?

La rivolta dell’estrema destra, la rivalsa della sinistra o la paura del caos dei centristi di Macron? La parola alle urne. Domenica prossima i ballottaggi

Hotel de Matignon, residenza del primo ministro francese

Hotel de Matignon, residenza del primo ministro francese

Il momento decisivo, che molti francesi vivranno col cuore in gola, scatterà alle 20 di questa sera: alla chiusura dei seggi elettorali nelle città, toccherà agli exit pool ed alle rilevazioni svelare il futuro di una delle maggiori nazioni europee.

Più che l’ideologia, sono tre sentimenti, contrastanti tra loro, a caratterizzare le scelte elettorali dei francesi.

Sentimenti contrastanti: non è facile individuare anzi tempo quale prevarrà sugli altri, ma il futuro dipenderà proprio da questo.

Quali sono questi tre sentimenti?

La rivolta
Non armata, per carità, ma quella delle periferie contro i centri cittadini e viceversa, delle campagne contro le città, del desiderio di chiudersi in sé stessi contro l’apertura e la capacità di mettersi in gioco, dei locali contro gli immigrati, degli anziani contro i giovani.

Una sorta di tutti contro tutti che non lascia trasparire nulla di buono.

Ad interpretare questo sentimento, che al momento sembrerebbe prevalere, il Rassemblement National di Jordan Bardella e di Marine Le Pen. Uscita vincitrice alle europee, l’estrema destra tenta ora lo scacco matto.

Ci sta andando molto vicino, ma gli ultimi chilometri sono in salita e il fiato si sta facendo corto.

La rivalsa
La Francia socialista e di sinistra, quella che aveva saputo esprimere due Presidenti della Repubblica (François Mitterrand e François Hollande) cerca di riprendere le fila di un discorso che pareva irrimediabilmente interrotto dall’ascesa di Emmanuel Macron che aveva portato ai minimi termini la sinistra.

Le manifestazioni in piazza contro il progetto della legge pensionistica, le difficoltà economiche, il desiderio di difendere le libertà civili, la vittoria conseguita con l’inserimento nella Costituzione dell’aborto e del diritto alla scelta da parte delle donne, hanno segnato la svolta.

I socialisti, con i loro alleati, stasera, conosceranno il numero dei propri candidati ammessi al ballottaggio e quindi se potranno sperare di essere il primo gruppo all’Assemblea Nazionale.

La paura
Cresce di giorno in giorno la paura di compiere un salto nel buio e nel caos e questo sentimento avvicina al “miracolo” gli amici di Macron, terzi nei sondaggi, accorciando le distanze rispetto agli altri due raggruppamenti.

La paura potrebbe indurre molti che si sono astenuti dal votare alle europee a recarsi a votare scegliendo candidati che si rifanno al Presidente della Repubblica.

Sulla carta i centristi e i liberali non sono “ben messi”, ma mai come questa volta le previsioni potrebbero essere travolte dal voto reale.

A mezzogiorno, sui dati di affluenza al voto a metà giornata, qualcosa si comincerà a comprendere.

Tutto dipenderà da quanti centristi e liberali riusciranno ad accedere al ballottaggio, poi si faranno i conti.

Tra una settimana saranno i ballottaggi a mettere, forse, la parola fine su una partita destinata a segnare il futuro non solo della Francia, ma anche dell’Europa e soprattutto dell’Euro.

Proprio l’euro, il suo destino e quello dei risparmi dei francesi, potrebbe riservare la sorpresa di sovvertire le previsioni della vigilia.



Beppe Tassone

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