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Business | 07 agosto 2024, 07:00

Coltivare la cannabis indoor: come gestire l’illuminazione

La coltivazione casalinga della cannabis è un hobby che tantissime persone scelgono

Coltivare la cannabis indoor: come gestire l’illuminazione

La coltivazione casalinga della cannabis è un hobby che tantissime persone scelgono. Oggi come oggi, è più facile gestirlo grazie all’esistenza di e-shop di alta qualità, punto di riferimento per l’acquisto di semi di livello premium (le piante ottenuti dai semi di Sensoryseeds, tra gli e-commerce più famosi del settore, sono particolarmente apprezzati sia dai breeder esperti, sia dai coltivatori neofiti).

Per arrivare al risultato, però, è necessario fare attenzione ad alcuni aspetti, tra cui la gestione dell’illuminazione. Come muoversi nel momento in cui si coltiva indoor? Vediamo qualche consiglio pratico nelle prossime righe.

Coltivazione della cannabis in casa: qualche numero sull’illuminazione

Iniziamo a parlare di gestione dell’illuminazione quando si parla di coltivazione della cannabis indoor mettendo in primo piano qualche numero.

Per quanto riguarda la potenza, un range compreso tra i 400 e i 600 W a singolo metro quadro va benissimo per le growroom domestiche. In generale, è bene evitare di esagerare con il numero di lampade concentrate nei pressi delle piantine.

Soprattutto quando si ha a che fare con lampade di tipo HID, il rischio è quello di surriscaldare le piantine.

I vantaggi dei LED

Parliamo di una tipologia di lampada di grande importanza, ossia il LED. Il suo utilizzo per la coltivazione indoor della cannabis è una scelta valida? La risposta è affermativa.

Ormai da tempo, infatti, le loro performance sono tranquillamente superiori a quelle delle lampade tradizionali HID.

Lo svantaggio è il costo, decisamente più alto anche rispetto alle lampade HPS.

Se si dedica un po’ di tempo alla selezione delle proposte in commercio, si possono trovare kit con lampadine a LED a prezzo accessibile e con il grande vantaggio pratico della produzione di poco calore.

I coltivatori alle prime armi si chiedono, quando utilizzano i LED per la gestione delle piante di cannabis indoor, quale sia la distanza ideale da mantenere rispetto alle piantine.

Non ci sono indicazioni stringenti al proposito. Il consiglio è quindi sempre quello di guardare le indicazioni del produttore sulla confezione.

Essenziale, in ogni caso, è il monitoraggio da parte del coltivatore. Se, per esempio, si dovesse notare la presenza di foglie che hanno assunto un colore pallido o delle aree bruciate, è necessario spegnere tempestivamente le luci.

Se, invece, le piante continuano a palesare segni di prosperità, si può avvicinare senza problemi la fonte di illuminazione alle piantine.

Un caso particolare riguarda i pannelli LED ad alta potenza - parliamo di circa 300 W e anche oltre - situazioni che, per l’integrità delle piantine, richiedono il mantenimento di una distanza ideale non inferiore ai 70 cm.

Spettro luminoso

Parliamo ora di un altro capitolo di massima rilevanza, ossia quello dello spettro luminoso. Anche chi non ha molta esperienza nel campo della coltivazione della cannabis ha senza dubbio sentito parlare di luci che tendono verso cromie come il rosso e il blu.

Le prime luci sono note per la lunghezza d’onda maggiore rispetto alle seconde.

A seconda degli obiettivi della coltivazione e della fase che sta attraversando la pianta, si può valutare un’opzione o l’altra.

Nel caso in cui, per esempio, si ha intenzione di portare avanti la crescita vegetativa, il consiglio è quello di optare per luci con uno spettro luminoso vicino al blu, soluzione ideale per ritardare la fioritura.

Se si desidera, invece, anticiparla e ottenere delle piantine belle robuste, l’alternativa migliore sono luci con uno spettro luminoso affine al rosso.

Il caso delle autofiorenti

Degno di un’attenzione a sé è il caso della cannabis autofiorente che, come dice il nome stesso, fiorisce a prescindere dalla luce, grazie alla sua genetica che include la cannabis ruderalis, una varietà originaria della Siberia, un contesto geografico con un clima molto ostico.

Gli schemi di illuminazione a cui fare riferimento sono diversi, ciascuno con i suoi pro e i suoi contro. Nel caso del 18/6, per esempio, si parla di vantaggi come la robustezza delle piante e il peso ridotto sulle bollette.

Richy Garino

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