Saint-Paul de Vence conserva la memoria viva del suo territorio da sempre arricchito e impreziosito da bellissimi vigneti.
Primi cenni si trovano nelle notizie degli scambi tra i Greci di Antibes e i Liguri nel VI secolo a.C.
I Romani favorirono un ulteriore sviluppo e la crescita continuò nel Medioevo: nel XVI° secolo la vite fece la fortuna di Saint Paul de Vence, non a caso si festeggia San Vincenzo, patrono dei viticoltori.
Nel 1538 e nel 1700, François Ier e Vauban, in visita al villaggio, apprezzarono la finezza dei vini.
Il video che proponiamo è storico e concerne la vendemmia del 1952.
Il vino a Saint-Paul viene coltivato al ritmo della natura.
Sotto i bastioni occidentali del paese, il vigneto è baciato dal sole e offre una produzione di alta qualità.
I vitigni sono Rolle e Clairette per i bianchi e Mourvèdre e Folle noire per i rossi: le vigne sono a terrazze e sono sempre state coltivate a “dorso d'uomo”.
Oggi il vigneto (2 ettari) è stato affidato per la coltivazione a Julien Bertaina, che dal 2011 vinifica in modo biologico e biodinamico.
La biodinamica
È un ritorno all'origine naturale: un'agricoltura sostenibile, al ritmo della natura, in un suolo vivo e ricco di biodiversità.
Questo trattamento rafforza la salute della pianta, la sua capacità di difendersi da malattie, insetti e rischi climatici. La qualità dei frutti raccolti ad una precisa maturità, l'osservazione di molti parametri propri dell'annata, la conoscenza, consentono di non dover intervenire successivamente in cantina, ma lasciare che la natura si esprima attraverso la fermentazione naturale.
Niente lieviti, modificazioni di succhi e vini con coadiuvanti, naturali o chimici o con tecniche meccaniche.
Sono ammessi solo solfiti, a basse dosi. I vini rossi e bianchi esprimono così l'originalità dell'annata, la diversità dei vitigni, la ricchezza della natura.