Sport - 14 novembre 2024, 07:00

Il doloroso ritiro dal tennis di Dominic Thiem

Il 22 giugno 2021, durante il torneo di Maiorca, Dominic Thiem si accascia a terra, fermato da un acuto dolore al polso.

Il 22 giugno 2021, durante il torneo di Maiorca, Dominic Thiem si accascia a terra, fermato da un acuto dolore al polso. Nel tentativo di rispondere al rovescio diagonale di Adrian Mannarino, un movimento brusco lo tradisce, costringendolo a ritirarsi da un match che stava conducendo per 5-2. Quell’infortunio, che tutti gli appassionati di tennis ricordano bene, ha segnato una brusca svolta nella sua carriera, trasformandosi nel preludio di un lungo calvario sportivo e personale che lo ha portato, alla fine, ad annunciare il suo ritiro.

Le imprese del tennista austriaco hanno sempre regalato grandi colpi di scena, lo sa bene chi segue le scommesse tennis e spesso si è trovato davanti a match imprevedibili fino all’ultimo scambio, ma nessuno si sarebbe aspettato un simile epilogo.

Dopo un anno di stop e tentativi di recupero, infatti, Thiem è tornato in campo, ma il polso destro non era più lo stesso. Nonostante la scelta di evitare l’intervento chirurgico per affidarsi a una terapia conservativa, il danno ormai lo limitava in modo irrimediabile: il suo dritto, il colpo migliore del suo repertorio, perse almeno il 40% della flessibilità. Per tre anni Thiem provò a ritornare competitivo, ma le forze non erano più quelle di un tempo, e la sconfitta sembrava divenuta l’unica certezza nei suoi match. Un destino ironico per chi aveva raggiunto l’apice della carriera trionfando agli US Open 2020, conquistando il pubblico non solo con la potenza devastante del suo gioco, ma anche con l’intelligenza tattica e la capacità di migliorarsi continuamente.

Nato a Wiener Neustadt, Austria, Dominic Thiem aveva scalato con tenacia il ranking mondiale, passando da junior promettente ad essere uno dei migliori giocatori della sua generazione. La sua crescita fu graduale: a 19 anni era il numero 302 del mondo, ma entro i 21 riuscì a entrare tra i primi 50, dimostrando un mix di potenza fisica e intelligenza di gioco non comune. Sulla terra battuta, Thiem fu subito riconosciuto come un talento straordinario, tanto che presto venne soprannominato il “principe della terra rossa” per la sua abilità su questa superficie, dominando i suoi avversari con il potente dritto e il rovescio a una mano, un colpo raro tra i giocatori contemporanei.

Nel 2016 raggiunse per la prima volta la semifinale al Roland Garros, un traguardo che consolidò la sua presenza tra i migliori al mondo, battendo Novak Djoković nei quarti e confrontandosi con Rafael Nadal nelle finali degli anni successivi. Thiem riusciva a esprimere un tennis spettacolare e muscolare, risultando, al contempo, un giocatore duttile, in grado di modificare il proprio gioco per adattarsi ai punti deboli degli avversari.

L’epilogo del 2020 sembrava il coronamento perfetto di una carriera in ascesa. Dopo aver sfiorato la vittoria per ben tre volte in una finale Slam, Thiem riuscì finalmente a sollevare il trofeo agli US Open, battendo Alexander Zverev in una partita estenuante e conquistando il suo primo, e unico, Slam. Fu una vittoria storica: Thiem divenne il primo campione Slam nato negli anni ’90, l’unico giocatore ad aver sfidato e sconfitto i “Big Three” (Federer, Nadal, Djokovic) su varie superfici, guadagnandosi il rispetto di milioni di fan.

Dopo il trionfo agli US Open, però, iniziò un periodo difficile. Nel 2021, durante il Roland Garros, si trovò in difficoltà contro avversari di livello inferiore e cominciò a mostrare segnali di affaticamento. Al torneo di Maiorca, l’infortunio al polso segnò la fine delle sue speranze di mantenere una posizione di vertice. Nonostante vari tentativi di rientro, Thiem faticava a ritrovare il suo colpo migliore, e il dritto, una volta devastante, divenne un limite evidente.

Anche per i tifosi fu difficile vederlo sconfitto in tornei minori, lottare contro giovani giocatori che un tempo avrebbe superato senza fatica. Nel circuito Challenger, dove finì a giocare contro avversari di livello medio, Thiem si allontanò sempre più dai riflettori, mentre la classifica mondiale lo relegava fuori dalla top 100. La resa definitiva è arrivata solo qualche mese fa, quando Thiem ha annunciato il suo ritiro entro la fine del 2024, consapevole che il suo polso non avrebbe più retto le sfide del circuito professionistico.

Il ritiro di Dominic Thiem lascia un senso di malinconia. La sua traiettoria è il riflesso di quanto possa essere fragile la carriera di un atleta, soprattutto nel tennis di altissimo livello. Se Federer, Nadal e Djokovic hanno saputo mantenersi al vertice, Thiem ha incarnato, forse più di tutti, il volto umano del tennis, dove l’equilibrio tra successo e sacrificio è sottilissimo. Il suo percorso ricorda che, nel mondo dello sport, ogni carriera è una storia a sé e che non tutti possono mantenere la longevità dei campioni leggendari.

Thiem conclude la sua carriera lasciando un’eredità preziosa fatta di colpi spettacolari, match epici e di una lezione profonda: nel tennis, come nella vita, anche i traguardi più ambiti non sempre portano la felicità tanto desiderata. Anche se si ritira dal tennis professionistico, il ricordo delle sue imprese e del suo stile unico rimarrà impresso nelle menti degli appassionati e negli albi d’oro. E, per chi lo ha seguito, Thiem resterà il “principe della terra rossa” che ha saputo regalare emozioni indimenticabili fino alla fine.

Richy Garino