La stessa mostra in undici esposizioni, in undici città di nove Paesi che, contemporaneamente, il pubblico ha potuto ammirare in versione fisica e virtuale. Questa è la sintesi lasciata dall’arte di Houda Bakkali durante Novembre digitale, un’iniziativa internazionale dell’Istituto Francese di Parigi che ogni anno cerca di promuovere l’accesso universale alle nuove tecnologie attraverso la creatività e il dialogo tra artisti e pubblico.
Un progetto unico, originale e diverso, in cui Houda Bakkali ha presentato alcune delle sue opere attraverso la leggendaria Alliance Française a pubblici diversi come Manama in Bahrain, Kandy in Sri Lanka, Kuala Lumpur e Penang in Malesia, Maracay in Venezuela, Phuket in Thailandia, San Diego negli Stati Uniti, oltre alle sue attuali mostre nelle sedi dell’Alliance Française di Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti, Jeddah in Arabia Saudita e Cuernavaca in Messico.
Dall’arte fisica alla realtà aumentata, da opere immersive a gallerie virtuali e contenuti didattici. Dalle mostre nelle ambasciate, alle esposizioni nei centri commerciali, nelle università, negli spazi culturali, nelle gallerie, nelle case coloniali… Opere realizzate in diversi formati, in diverse dimensioni e su diversi supporti, da tele a tele, da fogli a video, eccetera, un modo unico e genuino di creare, esporre e vivere l’arte attraverso lo stile di un’artista che continua ad aprire il suo lavoro al mondo nel modo più eccezionale e anche più accessibile.
Che sensazione le lascia questo Novembre digitale?
"È stata una mostra delle mostre. È una sensazione davvero magica vedere il mio lavoro prendere vita in 11 città di nove Paesi contemporaneamente, per comunità diverse, pubblici diversi di culture, età, lingue, religioni, ideologie… il tutto sommato a otto mostre precedenti in Paesi diversi per mano dell’Alliance Française. In realtà, non si tratta solo del potere illimitato dell’arte e delle nuove tecnologie, ma del potere illimitato della creatività e dell’ispirazione. Arrivano all’improvviso e reinventano tutto. Non smettono mai di sorprendere ed emozionare".
L’arte parla da sola?
"L’arte emerge dalle viscere, in qualsiasi momento. Viaggia da sola. Sa essere ovunque e con tutti. Appartiene a tutti. E sa anche stare al suo posto, lontano da tutto e da tutti. L’arte della testa, invece, pensa a spiegarsi – non necessariamente a giustificarsi – e cerca di farsi capire. Ha uno scopo, un copione. È fatta pensando allo spettatore. A volte l’arte delle viscere e l’arte della testa si alimentano a vicenda, altre volte vanno ognuna per la sua strada. “Arte digitale, cultura digitale” di Houda Bakkali è un progetto che ha come ospite d’eccezione la sede dell’Alliance Française, la più grande organizzazione linguistica e culturale del mondo che dal 1883 si dedica alla promozione della lingua francese e delle culture francofone, con oltre 900 centri in tutto il mondo".
Cosa significa esporre alle Alliances Françaises?
"Un modo unico di poter avvicinare il mio lavoro ad altri punti di vista attraverso un ambiente che è essenzialmente dedicato all’educazione e alla cultura, che ha tra i suoi principi fondamentali la promozione del dialogo e della diversità e che accoglie gli artisti con entusiasmo, ascolto, comprensione e condivisione. Non potrei essere più orgoglioso e grato a tutte le persone che rendono possibile questo incontro così diverso e così autentico, e che lo fanno con tanto affetto e rispetto".
La sua carriera artistica è strettamente legata alla Francia e al Principato
"Assolutamente sì".
Diversità… nella forma e nella sostanza?
"Il lavoro che presento unisce l’omogeneo e l’eterogeneo perché ogni mostra è uguale e ogni mostra è completamente diversa. Sono le stesse opere d’arte, ma con formati diversi, spazi diversi, pubblici diversi, culture diverse, visioni diverse che fanno dell’arte un bene universale. L’arte è libera, illimitata e imprevedibile. Non deve fingere nulla e allo stesso tempo può essere il miglior veicolo per tutto: emozionare, educare, sensibilizzare, comunicare, creare, differenziare… L’arte ha un potere trasformativo che inizia trasformando l’artista stesso in molti modi e in molti sensi. Per me creare è una sfida costante. È una competizione con la mia immaginazione che mi riempie di voglia di vivere".
Lei dice che l’arte che crea e unisce nella distanza è un’arte generosa
"La condivisione è un’arte. L’arte di condividere è un’arte generosa. L’arte può essere più o meno intima. Mi piace che il mio lavoro sia per tutti e che si avvicini a tutti. Fare per tutti è una grande sfida, che motiva e spaventa allo stesso tempo. La cosa bella è che, una volta fatto il grande passo, non solo si abbattono le barriere spaziali, ma si crea un altro tipo di vicinanza. L’arte avvicina alla fiducia. Ci distingue. È qui che inizia la generosità".
“Arte digitale, cultura digitale” ha anche una parte informativa: di cosa si tratta?
"Scomporre l’arte digitale (quella che faccio io) perché quando parliamo di arte digitale parliamo di un campo molto ampio, che non è nuovo ma che ha molte novità. Non è una moda ma è molto di moda. È una tendenza, ma va oltre i titoli dei giornali. Come ho detto prima, ci sono momenti in cui è sufficiente sentire le opere. In altre occasioni, invece, abbiamo bisogno di capire le opere. Sezionarle, forse non tanto nella loro sostanza, ma più nella loro forma, nel loro processo creativo e dare risposte a come sono state fatte e con cosa sono state fatte. L’arte scopre molte cose ed è compito degli artisti mostrare ciò che a volte la gente guarda e non vede. Inoltre, l’arte digitale ha scopi che trascendono la parte estetica ed emotiva delle opere e quelle risorse, gli strumenti e l’utilità che le nuove tecnologie applicate all’arte ci offrono è ciò che condivido nelle mie mostre. Condivido il come e il perché".
Se c’è un fattore che caratterizza l’arte digitale è la sua versatilità. Un fatto che Houda Bakkali ci ha dimostrato in numerose occasioni, dalle sue acclamate mostre negli aeroporti internazionali di Madrid-Barajas e Malaga-Costa del Sol, le prime esposizioni che hanno fuso tele e opere virtuali in questi aeroporti, al primo progetto informativo e immersivo su Don Chisciotte o alla mostra “Donne e Arte Digitale” che ha portato l’empowerment delle donne arabe in sei centri civici di Barcellona in un progetto pionieristico che ha fuso arte e nuove tecnologie attraverso il rinomato stile di Bakkali. Un artista con una carriera strettamente legata e ispirata all’Italia e Monaco che oggi continua a conquistare il mondo con un’opera senza limiti, piena di talento, ottimismo e colore.