Il decreto pubblicato il 27 novembre 2024 modifica il Codice della Strada francese e definisce e regola l’impianto di illuminazione delle biciclette. Le nuove regole prevedono lo stop alle luci lampeggianti e introducono nuovi dispositivi luminosi.
Secondo una ricerca di Assurance Prévention, oltre il 50% dei ciclisti non sarebbe equipaggiato per pedalare nelle ore notturne.
Dalla fine di novembre, un decreto (n. 2024-1074), pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, modifica le disposizioni del Codice della Strada concernenti i veicoli per la mobilità personale (EDPM) e le biciclette. Questo documento mira a regolare in modo più preciso l'utilizzo delle luci, dei fari e dei dispositivi di illuminazione sulle biciclette.
Attenzione all’illuminazione posteriore
La modifica principale concerne il divieto totale delle luci lampeggianti, anche sulla parte posteriore delle biciclette. In passato, solo l'illuminazione anteriore era obbligatoriamente fissa, mentre era permesso che la luce posteriore lampeggiasse. Questa pratica non è più tollerata, poiché i lampeggianti possono ridurre la visibilità dei ciclisti che seguono.
Permangono invariate le disposizioni per l'illuminazione anteriore: deve essere una luce fissa, bianca o gialla. La regola, già contemplata dall'articolo R.313-1 del Codice della Strada, stabilisce che tale responsabilità pesa sul ciclista e non sul produttore della bicicletta.
Il Codice determina inoltre le condizioni per l’utilizzo di luci aggiuntive, come quelle attaccate a caschi, zaini o abbigliamento. Le luci dei freni, per esempio, sono ora ammesse, anche se “portate” dal ciclista.
Gli indicatori di cambio di direzione possono anche essere parte dell'attrezzatura del ciclista, ma non possono costituire un’integrazione a un sistema già presente sulla bicicletta.
I ciclisti che non osservano queste disposizioni rischiano una sanzione fissa di 11 euro.
Le nuove disposizioni fanno parte delle richieste avanzate dalle associazioni dei ciclisti: il regolamento ufficializza, per lo più, pratiche già comuni, in particolare l’utilizzo di attrezzature supplementari per migliorare la visibilità del ciclista.
Secondo le associazioni, peraltro, "la sfida è che alcuni dispositivi in vendita non rispettano la normativa. Ad esempio, possono risultare insufficientemente potenti o lampeggiare, il che non corrisponde all’utilizzo consentito in Francia. Ciò può generare confusione; si potrebbe pensare di essere in regola quando non è così."