Tour ciclistico nel Var per Danilo Radaelli che, questa volta, si è spinto nei Pays de Fayence per proporci le immagini di un vero gioiellino: Montauroux.
Il servizio fotograsfico comprende anche un’immagine dell’ufficio turistico di Peymeinade ed alcune di Grasse
Montauroux è uno dei 9 villaggi nel Pays de Fayence, situato all'estremità orientale del Var, tra mare e montagna.
Villaggio di poco meno di 6 mila abitanti, situato su un costone roccioso, gode di una posizione privilegiata e di un clima con oltre 300 giorni di sole all'anno.
Preedentemente comune agricolo fra olivi, viti e profumi di fiori, Montauroux è orientato verso il turismo grazie alle sue ricchezze quali le rovine feudali, monumenti storici, tradizioni e folklore, il tutto entro i confini di uno splendido villaggio provenzale.
LA CAPPELLA DI SAN BARTOLOMEO
La cappella di San Bartolomeo, parte di un complesso castellano del XIII secolo, fu distrutta nel 1592 e ricostruita nel 1638 grazie ai Penitenti bianchi e agli abitanti di Montauroux. Christian Dior, proprietario del Castello de La Colle Noire dal 1950, la donò al Comune nel 1953, contribuendo alla vita locale.
L’interno, decorato tra XVII e XVIII secolo e classificato Monumento Storico dal 1958, presenta dipinti ispirati all’arte europea dell’epoca. Tredici quadri narrano episodi della vita della Vergine, mentre il soffitto raffigura il suo matrimonio. Gli elementi decorativi suggeriscono un possibile lascito legato a un matrimonio celebrato nella cappella.
IL PONTE DES TUVES
Il ponte des Tuves, noto anche come "Pont des Gabres", collega Saint-Cézaire a Montauroux. Costruito nel 1802 e restaurato nel 1978, è lungo 20 metri, alto 7 e ha una passerella pedonale di 1,70 metri. Compare nel catasto del 1820 lungo il "chemin de Montauroux".
LA CAPPELLA DI SAN MICHELE
Attestata dal 1040, la cappella fu usata per il culto fino alla Rivoluzione francese, quando venne acquistata dalla famiglia Truc e poi ceduta al Comune nel 1837. Abbandonata per mancanza di fondi, fu messa all’asta nel 1888 e acquistata da Madame Claire Davaire, che la donò alla Fabrique. Benedetta e riaperta al culto lo stesso anno, tornò sotto la giurisdizione comunale dopo la Separazione tra Chiesa e Stato, ma resta disponibile per celebrazioni e mostre culturali.