Nizza oggi è una città ferita. E il segno più evidente è percepibile al primo sguardo: nessuno sulla Promenade, nessuno in spiaggia. Solo transenne e un silenzio surreale. Qualche fiore, qualche candela, gente in lacrime.
Come ci racconta un collega milanese, Stefano Belviolandi, che ieri sera era a Nizza e che per puro caso non è rimasto coinvolto nei tragici fatti che hanno colpito la città, oggi Nizza è irriconoscibile. La Promenade è inaccessibile: completamente transennata la zona teatro del folle attentato, le spiagge sono chiuse e c'è divieto di balneazione in tutta l'area.
Ieri sera Stefano è uscito a fuochi finiti, percepiva lampeggianti da lontano, ma solo quando ha iniziato a vedere persone ferite e corpi coperti da lenzuola ha capito che era accaduto qualcosa di terribile. E' tornato a casa e lì, dalla televisione, ha saputo. Stefano si trova a Nizza in vacanza, ma mai avrebbe potuto immaginare di trovarsi coinvolto in una tale tragedia.
E' Fabio Pagliero, invece, a raccontarci ciò che ha vissuto in prima persona ieri sera. Fabio da qualche tempo vive a Monaco, ma è nato e vissuto a Fossano, dove è appena rientrato, perché aveva bisogno di casa e di affetti. Ieri sera era a vedere i fuochi.
Ci ha raccontato quei momenti terribili, che certamente non potrà mai più dimenticare. "Io e la mia ragazza eravamo seduti lungo la Promenade a vedere i fuochi, come tantissima altra gente. Le strade erano piene e anche la spiaggia. Verso le 22.30 sono finiti e abbiamo deciso di andare a fare una passeggiata per vedere gli stand che mettevano musica lungo tutta la passeggiata; ora so che stavamo andando proprio incontro al camion. Poi la mia fidanzata decide che vuole andare a cercare una gelateria dove andava spesso da bambina, quindi attraversiamo la strada verso piazza Massena. Come entriamo nella piazza vediamo un fiume di gente che corre disperata e urla, allora iniziamo a correre anche noi senza sapere bene né dove andare né cosa stesse succedendo, anche se la consapevolezza che fosse un attentato è arrivata subito".
Continua: "Nella folla terrorizzata c'erano genitori che tiravano fuori i bambini dai passeggini per correre via con loro in braccio; nel caos mia morosa è caduta, la gente urlava, piangeva, alcuni telefonavano a persone che erano con loro e che avevano perso nel marasma, crisi di panico, una ragazza davanti a noi ha avuto una specie di crisi epilettica. Il panico totale: se qualcuno sentiva anche solo un rumore iniziava ad urlare e correre e dietro di lui ovviamente tutta la gente in preda alla disperazione".
Conclude: "Noi siamo riusciti ad arrivare verso la macchina parcheggiata in un parcheggio sotterraneo ma anche ad uscire da lì la paura era tanta. Sono davvero sconvolto da ciò che ho vissuto".
Un racconto che rende l'idea della terribile tragedia accaduta ieri sera a Nizza e che ha ferito la città in un modo indelebile. Fabio è vivo e sta bene, mentre cresce l'apprensione per alcuni cuneesi di cui non si hanno notizie da molte ore. Continueremo ad aggiornarvi nel corso delle prossime ore.