Altre notizie - 24 luglio 2023, 07:00

Attentato sulla Promenade, un nuovo filone d’indagine coinvolgerebbe i vertici del Comune di Nizza e della Prefettura

S’ipotizza il reato di “omicidi e lesioni colpose”. Il Procuratore della Repubblica avrebbe concluso le indagini, quattro persone chiamate a rispondere?

Il memoriale della strage, Jardin Massena

Il memoriale della strage, Jardin Massena

A pochi giorni dal settimo anniversario della strage perpetrata sulla Promenade des Anglais a Nizza e ad alcuni mesi dalla sentenza di primo grado che ha visto condannate 8 persone, di cui due per reati connessi col terrorismo, un nuovo filone di indagine starebbe per giungere al compimento.

Quello che prende in esame le carenze che avrebbero consentito al terrorista Mohamed Lahouaiej Bouhlel di uccidere 86 persone e ferirne circa duecento la sera del 14 luglio 2016 alla fine dei festeggiamento per la festa nazionale culminati con i fuochi d’artificio.

Quattro persone potrebbero essere chiamate a rispondere di “omicidi e lesioni colpose” per l’inadeguatezza del sistema di sicurezza messo in atto sulla Promenade durante i festeggiamenti.
Carenze che sono state oggetto di denunce da parte dell’Associazione “Promenade des Anges” che rappresenta i parenti di quanti sono stati uccisi e le persone rimaste ferite durante l’attentato.

Ora Xavier Bonhomme, Procuratore della Repubblica di Nizza potrebbe depositare gli atti dell’inchiesta condotta proprio sull’idoneità o meno delle misure di sicurezza mese in atto quella tragica sera quando una sessantina di poliziotti erano stati schierati a salvaguardia dell’incolumità pubblica con pochi o nessun  dissuasore in grado di fermare la corsa del camion bianco che ucciso delle persone presenti su un lungo tratto della Promenade des Anglais, dall’Ospedale Lenval fino all’Hotel Méditerranée, dove venne fermata la folle corsa.

 

Pare siano quattro le persone che rischierebbero l’imputazione, dopo aver rivestito in questo anni il ruolo di “testimoni assistiti”, una via di mezzo tra la persona informata dei fatti e l’imputato. Il ruolo di “testimone assistito” prevede che durante le testimonianze debba essere presente un legale di fiducia, anche se non è stata formulata alcuna accusa.

Si tratta di Christian Estrosi, all’epoca premier adjoint con delega alla sicurezza, Philippe Pradal, allora Sindaco di Nizza, Adolphe Colrat, all’epoca Prefetto delle Alpi Marittime e di François-Xavier Lauch, allora capo di gabinetto della Prefettura.

A determinare la decisione del Procuratore della Repubblica sarebbero state, secondo quanto riportato da diversi organi di stampa che lo citano: “le indagini che hanno rivelato fallimenti ed anche una serie di carenze tali da aver contribuito direttamente alla realizzazione dei fatti”.

La reazione della città di Nizza è stata affidata all’avvocato Pierre-François Veil: “Il 14 luglio 2016 si è verificato un atto terroristico che ha portato alla morte di 86 persone. La città di Nizza, che è stata duramente colpita, ha sempre cercato di contribuire alla conoscenza della verità sulle condizioni di sicurezza di quell’orribile serata. La città di Nizza non può che approvare che vengano date risposte a tutte le domande che le vittime potrebbero ancora porsi. Nessuna domanda deve restare senza risposta”.




Beppe Tassone

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