Sembrava di essere tornati negli anni 90 - 2000 a Interlagos. Una gara, anzi un weekend d'altri tempi, con il meteo a condizionare il programma di qualifiche e gara e la Sprint Race a impreziosire un fine settimana divertente e da mazzo di carte mischiato, o dai dadi tirari, fate voi.
Tra le tante cose accadute, spiace sottolineare come con una lotta mondiale virtualmente aperta tra due piloti, la direzione gara sia nuovamente incappata in una serie di decisioni da film horror. Ma alla fine Max Verstappen, penalizzato in qualifica, si è preso con forza in gara un successo che mancava da dieci gare (ultima vittoria in Spagna, poi i successi nelle Sprint di Austria e Stati Uniti) partendo dalla diciassettesima casella in griglia. Le sorprendenti Alpine di Ocon e Gasly entrambe sul podio, approfittando di una qualifica e una corsa a eliminazione un po' per tutti. Tanti piloti a muro, in cinque non hanno finito la gara (tra cui la Ferrari di Sainz).
E ancora una volta bisogna constatare come Lando Norris non abbia i requisiti per potersi giocare e vincere un titolo mondiale: partito dalla pole, dopo aver vinto la Sprint, abbia perso nuovamente la prima posizione in partenza, aspettando dietro Russell quel momento migliore che non è mai arrivato, scivolando durante l'ultima ripartenza dopo la bandiera rossa in sesta posizione. Sono 64 ora i punti di vantaggio dell'olandese sul britannico, con ancora 86 punti disponibili: Verstappen a Las Vegas avrà il primo match point.
Leclerc ha condotto un weekend tutto sommato tranquillo: terzo posto nella Sprint per la penalità a Verstappen, e un quinto posto finale in una gara dove il monegasco si è fatto notare per una bella difesa su Verstappen e un grande attacco alla prima curva e un doppio sorpasso su Russell e Norris. Ma senza drs per tutta la gara, per tutti, era più facile per chiunque difendersi e più difficile attaccare. Ma se Verstappen ha recuperato sedici posizioni, non è un caso che si appresti a vincere il suo quarto campionato consecutivo.