Nonostante l’emanazione del decreto bollette, che dovrebbe aiutare parte delle famiglie ed aziende italiane ad affrontare le spese per le utenze domestiche, Confcommercio-Imprese denuncia rincari sulle bollette ricevute dalle imprese italiane più alti di quelli registrati negli scorsi anni e nel resto dei paesi europei con economie paragonabili a quella italiana.
In un anno le bollette delle imprese italiane hanno subito rincari di quasi un quinto
A gennaio 2025 nelle bollette delle imprese del settore terziario è stato registrato un incremento del 24% rispetto al gennaio precedente e di addirittura il 90% con riferimento al pre-covid 2019.
Non sorprenderebbe in quest’ottica se le aziende italiane facessero ricorso, proprio come le famiglie italiane, a un rigoroso confronto delle offerte luce e gas che le porti a trovare soluzioni di volta in volta più adatte al proprio business.
La soluzione al caro bollette non può essere affidata però, neanche nel caso delle imprese, alla volontà e la proattività delle ultime e a eventuali switch di operatore. Servono interventi sistemici, hanno sottolineato le associazioni di categoria, come imporre un tetto al prezzo dell’energia e al prezzo del gas, potenziare le infrastrutture in modo da raggiungere una migliore efficienza energetica, diversificare le fonti energetiche e – cosa non meno importante – porre freno alle speculazioni finanziarie sui costi delle materie prime.
Oggi infatti, continua l’analisi di Confcommercio-Imprese, le imprese italiane pagano l’energia a un prezzo di 143 euro/Wh. Siamo solo a inizio anno, ha sottolineato la confederazione, e non è escluso che possano esserci ulteriori rincari nei prossimi mesi.
In Italia le aziende sostengono costi per l’energia non paragonabili al resto d’Europa
Il prezzo a cui le imprese italiane pagano l’energia è, soprattutto, superiore alla media del resto dei paesi europei con economie paragonabili a quelle italiane e questo divario si è andato sempre più ad allargare nel tempo. Oggi i costi in bolletta che hanno le aziende italiane del terziario sono superiori del 40% rispetto a quelli sostenuti dalle aziende spagnole e del 30% rispetto a quelle di Francia e Germania. Prendendo a riferimento solo i tre paesi già citati il divario nei costi dell’energia è cresciuto in maniera considerevole negli ultimi due anni: in Italia, infatti, nel 2023 le aziende spendevano per le bollette della luce il 23% in più di quelle francesi, il 33% in più di quelle tedesche e il 41% rispetto a quelle spagnole. C’entrano naturalmente i rincari sulle materie prime che hanno fatto in modo che oggi l’energia elettrica costi in Italia oltre il doppio (il 107% in più) rispetto al pre-covid. Nel secondo paese in cui si sono registrati rincari più alti, la Germania, i dati non sono nemmeno largamente paragonabili a quelli italiani: qui l’energia è aumentata di solo il 74%.
Caro bollette: le imprese più colpite in Italia
Le aziende che hanno subito più rincari sulle bollette e che più rischiano di vedere lievitare le ultime nei prossimi mesi sono, secondo l’analisi di Confcommersio-Imprese, gli alberghi di medie dimensioni (che spendono in media 10.651 euro al mese), i negozi di grandi dimensioni (6.854 euro), gli hotel di piccole dimensioni (6.132 euro), i negozi alimentari (2.653 euro), i ristoranti (2.468 euro), i bar (1.159 euro) e i negozi non alimentari (982 euro).